La Nuova Sardegna

Cagliari

Rapina e sequestro di persona sventati dalla polizia

Luciano Onnis
Rapina e sequestro di persona sventati dalla polizia

Fallisce il piano architettato da tre malviventi ai danni del proprietario del ristorante Antica Cagliari

05 novembre 2018
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CAGLIARI. Avevano progettato una rapina ai danni di un noto ristoratore cagliaritano, sequestrando in casa i componenti la famiglia, ma il colpo è stato sventato dai poliziotti della sezione antirapine della squadra mobile di Cagliari. Quando i tre rapinatori sono passati all’azione, hanno trovato in casa ad attenderli al varco gli agenti, che da due settimane lavoravano sulla rapina dopo aver avuto una soffiata che qualcosa di grosso i tre malviventi stavano architettando. In manette sono finiti due vecchie conoscenze della provincia di Nuoro e un cagliaritano altrettanto noto alle forze dell’ordine, tutti per reati specifici contro il patrimonio e spaccio di droga.

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Si tratta di Michele Pili, 41 anni di Aritzo, Mario Calledda, 38enne di Sorgono, e Angelo Pisano, 46 anni di Cagliari. I primi due avevano come base l’abitazione di Calledda, nel quartiere Cortexandra a Sestu. Adesso sono rinchiusi nel carcere mandamentale di Uta. Gli uomini della sezione antirapine, diretti dal commissario Michele Metta, erano venuti a conoscenza che una rapina era in cantiere da parte dei tre pregiudicati.

Le indagini preliminari hanno portato a stabilire che la vittima predestinata era il noto ristoratore Alberto Melis, titolare di due noti ristoranti nel centro cittadino, Antica Cagliari e Bistrot Antica Cagliari. Le pattuglie dell’antirapine hanno pedinato per due settimane i tre sospettati, arrivando anche a stabilire le modalità della rapina in cantiere. Il colpo non doveva essere messo a segno nel ristorante o nelle sue immediate vicinanze, ma all’interno dell’abitazione del ristoratore, nel centro di Cagliari poco distante dai due ristoranti. Avrebbero atteso l’uscita di casa di un componente la famiglia (la compagna di Melis e la loro bambina), per poi immobilizzarlo e farlo rientrare in casa per farsi consegnare i soldi tenuti in cassaforte (circa 50mila euro) e gli oggetti preziosi della famiglia.

Giorno stabilito per la rapina – come verificato dai poliziotti – sarebbe dovuto essere nel pomeriggio di sabato 3 novembre, quando il ristoratore sarebbe dovuto uscire intorno alle 19 per recarsi nei suoi ristoranti. Messa in sicurezza la bambina (affidata già dal mattino a parenti), gli agenti hanno atteso che i rapinatori entrassero in azione, appostati all’esterno del condominio, nei piani alti del palazzo e dentro l’appartamento. Alle 19,30 uno dei malviventi (Angelo Pisano) è entrato nell’androne, mentre i due complici sono rimasti fuori a fare da palo in attesa di essere chiamati all’interno quando l’altro avrebbe bloccato uno dei due componenti la famiglia Melis all’uscita dall’appartamento.

Con il volto coperto da una sciarpa e un berrettino calato fino all’altezza degli occhi, il rapinatore ha cominciato a salire le scale condominiali ma subito dopo sono spuntati fuori all’improvviso gli uomini dell’antirapine che lo hanno immobilizzato. Altrettanto è avvenuto fuori con i suoi due complici. I tre sono stati ammanettati e portati in questura e da qui, su disposizione del pubblico ministero Alessandro Pili che ha coordinato tutte le indagini, al carcere mandamentale di Uta. Nelle perquisizioni domiciliari degli arrestati, la polizia ha trovato una pistola giocattolo modificata e attrezzatura varia per compiere rapine (guanti, passamontagna, felpe e scarpe) da gettare via dopo i colpi.

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