La Nuova Sardegna

Cagliari

Doppia preferenza: più donne nei comuni ma poche sindache

Doppia preferenza: più donne nei comuni ma poche sindache

E adesso la sfida sono le elezioni regionali

21 novembre 2018
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CAGLIARI. Centonove donne elette contro 147 uomini nei Comuni sopra i cinquemila abitanti nell'ultima chiamata al voto con la doppia preferenza di genere. Per un totale di presenza femminile tra i banchi dei Consigli comunali pari al 42,58%. Un pò meno nei centri sotto i 5.000: qui si arriva al 33,60%. Va discretamente anche nelle Giunta: la quota rosa supera il 45%. Ma nei 15 Comuni più grandi dove si è votato con la doppia preferenza, c'è sola una sindaca eletta: Carla Medau a Pula.

In quelli più piccoli, invece, le elette con la fascia tricolore sono state otto su 46. Sono i numeri tratti dal volume di Luisa Marilotti, già consigliera di parità della Regione, e Maria Francesca Mandis, fondatrice e presidente dell'associazione 'X Conoscere X Farè, che fotografano i risultati delle amministrative 2017 in Sardegna dopo l'introduzione per legge della doppia preferenza. Il bilancio è positivo. «Dove si è votato con la doppia preferenza si è registrato un raddoppio, ma anche di più, di elette rispetto alla precedente tornata», conferma all'Ansa Marilotti. Ora la stessa norma verrà applicata per le regionali di febbraio 2019. Ma il risultato per le donne non è garantito.

«L'indicazione del 50% di donne nelle liste può essere vista come elemento favorevole, ma può anche rischiare di annacquare e disperdere il voto inficiando la doppia preferenza - avverte Mandis - C'è poi il fatto che la composizione delle liste, ma anche le trattative e i programmi, sono fatte dai segretari di partito, che sono quasi tutti uomini».

La presentazione dei dati del volume è stata l'occasione per il lancio della «Carta di impegni per la parità» promosso dall'associazione Coordinamento 3-donne di Sardegna in vista del voto di febbraio. Tra le richieste spiccano l'istituzione dell'assessorato regionale alle Pari opportunità, la promozione della partecipazione delle donne ai luoghi decisionali, un piano straordinario per l'occupazione femminile e un osservatorio sulla violenza di genere.

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