La Nuova Sardegna

Cagliari

Morte di Davide Astori, il medico sardo indagato è Francesco Stagno

Davide Astori
Davide Astori

È il direttore sanitario dell'Istituto di Medicina dello Sport di Cagliari. L'altro professionista coinvolto nell'indagine della procura di Firenze è il professor Giorgio Galanti

11 dicembre 2018
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CAGLIARI. È Francesco Stagno, direttore sanitario dell'Istituto di Medicina dello Sport di Cagliari, uno dei due medici che, secondo quanto riferiscono i quotidiani sardi, è indagato per la morte del capitano della Fiorentina Davide Astori. L'altro professionista coinvolto nell'indagine della procura di Firenze è il professor Giorgio Galanti, che ha già confermato di avere ricevuto l'avviso di garanzia.

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Anomalie nel tracciato dell'elettrocardiogramma, aritmie ventricolari che potevano essere delle avvisaglie, dei segnali della patologia che poi sarebbe costata la vita al capitano della Fiorentina Davide Astori. A nove mesi dal decesso del calciatore, morto improvvisamente a Udine il 4 marzo scorso nell'hotel dove la squadra era in ritiro, la procura di Firenze ha iscritto nel registro degli indagati due medici.

L'attenzione degli inquirenti si sarebbe spostata su loro a seguito dei risultati della perizia per la quale era stato incaricato il professor Domenico Corrado dell'Università di Padova, tra i massimi esperti in materia di morte cardiaca improvvisa. I due medici, entrambi esterni alle società sportive, incaricati di certificare l'idoneità degli atleti, non avrebbero eseguito, in due occasioni, quelle indagini aggiuntive che le prove da sforzo avrebbero richiesto.

«Le indagini fatte su Astori erano 'insufficientì per trovare la malattia che poi ha causato la sua morte»: Astori è deceduto per una cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro come aveva evidenziato l'autopsia svolta a Udine. «È una patologia silente non facile da individuare. Io non dico che erano sbagliate, posso solo dire che i due episodi di aritmie registrate in passato potevano indurre a fare ulteriori approfondimenti come previsto dalle linee guida», ha proseguito Corrado. Secondo il perito dunque nel cuore del calciatore qualcosa non funzionava come doveva per un professionista.

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