La Nuova Sardegna

Carloforte, polemica online tra il sindaco e la minoranza

Carloforte, polemica online tra il sindaco e la minoranza

Movimentato ritorno in consiglio comunale del primo cittadino Marco Simeone dopo gli arresti

01 marzo 2014
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CARLOFORTE. Nonostante l'assenza della minoranza, è stato ugualmente movimentato il ritorno di Marco Simeone alla guida del consiglio comunale di ieri sera. Per la prima adunanza consigliare del sindaco, rientrato nella sua carica dopo 15 mesi trascorsi agli arresti, i cinque consiglieri di minoranza hanno deciso di non presentarsi in aula. “La ruota gira, vi ringrazio di aver avuto pazienza e di aver tenuto duro in tutto il tempo della mia assenza”, ha detto all'assemblea, dispiacendosi della mancanza dell'opposizione che, a suo parere, avrebbe dovuto essere presente, per dibattere i problemi nella sede opportuna. Ma la questione, non è finita lì, soprattutto nell'era del web. Sul profilo Facebook del gruppo consigliare “Un'altra Carloforte”, il capogruppo Pietro Vitiello postava un comunicato che annunciava i motivi della decisione: “Il senso delle istituzioni non è di casa a Carloforte. Nessuno si è degnato di rispondere alla nostra richiesta di autosospensione. Qualcuno ci ha trattato da ingenui e qualcun altro ci ha assurdamente accusato di strumentalizzazione. Non intendiamo far finta di nulla: in segno di protesta contro la situazione della giunta, non parteciperemo al consiglio”. Vitiello, ha fatto riferimento alla richiesta fatta al sindaco qualche giorno fa, ovvero di autosospendersi dalla carica in attesa del giudizio di primo grado sul processo che lo vede imputato e per cui è stato arrestato, in via cautelare, per il crac della Sept Italia. Messaggio visto ed evidentemente non digerito da Simeone, che, terminati i punti all'ordine del giorno, ha replicato duramente, in tempo reale. “Essere assenti quando rientra il sindaco eletto offende le istituzioni, il galateo non appartiene a Vitiello, che doveva venire in aula, legger il manifesto e affrontare la discussione. Non dico io se sono legittimato a stare in Comune, è la legge. Per pudore, non cito quello che è stato scritto quando sono stato arrestato, sciacallare la mia situazione personale è stato vergognoso. Mi ritengo profondamente offeso da tale comportamento – ha concluso Simeone – e, se dovessi votare per chi si ritiene nuovo, non esisterei a dare il voto a due mani al consigliere Stefanelli (ex sindaco, oggi in minoranza ndr). Stare dietro ad un computer senza affrontare a viso aperto, è abbastanza meschino”. Botta e risposta senza esclusione di colpi, dunque, che non mancherà di avere strascichi polemici ed alimentare nuove puntate di una lunga diatriba politica cittadina. (Simone Repetto)

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