La Nuova Sardegna

Manchester, la Regina al capezzale dei bimbi all'ospedale

La Regina Elisabetta insieme a una ragazza ricoverata
La Regina Elisabetta insieme a una ragazza ricoverata

Visita di Elisabetta II ai feriti nel terribile attentato terroristico della Manchester Arena

25 maggio 2017
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MANCHESTER. «È stato un shock per tutti ma stiamo uniti». La vecchia regina stenta a trovare le parole in ospedale fra i bambini e i ragazzi rimasti feriti nell'inferno di odio e di terrore della Manchester Arena. Eppure non può non esserci e, con tutto il peso dei suoi 91 anni, sbarca nella città simbolo della working class inglese per visitare alcuni piccoli sudditi che soffrono. Per scambiare se non altro qualche parola con i loro genitori, con i medici, gli infermieri.

La visita, forse non inattesa, certo non preannunciata, si svolge al Royal Manchester Children's Hospital. In abito azzurro e con il cappellino d'ordinanza, Elisabetta II non mostra segni di cedimento a dispetto dell'età, ma cammina un pò piegata. Ed esita a trovare il tono delle domande, forse per il turbamento. Si ferma a parlare al capezzale di Millie, una ragazzina le cui gambe sono state martoriate dalle schegge della bomba fatta esplodere lunedì dal terrorista suicida Salman Abedi. Prova a distrarla chiedendo se si fosse «divertita» al concerto di Ariana Grande, prima dell'incubo. Ma non sembra funzionare: Millie pare in imbarazzo. Un breve scambio di battute con il papà, David, poi è tempo di andare.

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Sua Maestà continua la sua breve processione nel dolore di questi innocenti. «È stato un attacco malvagio», mormora a un certo punto, «è terribile aver preso di mira un evento del genere». Terribile e difficile da commentare, in fondo, mentre si allunga la litania dei nomi di giovanissimi identificati fra le vittime. L'altro giorno a spezzare il cuore di tutti era stata l'immagine del volto di Saffie Rose Roussos, 8 anni, la più piccola, con quel suo sorriso accennato spento per sempre.

Arriva anche la conferma della morte di Eilidh MacLeod, adolescente scozzese 14enne dall'espressione sbarazzina. E poi quella dei «fidanzatini» - come li chiamano i media - Chloe Rutherford, 17 anni, e Liam Curry, 19: «belli e inseparabili», li piangono i genitori. Mentre almeno altri 5 bambini restano nella lista dei 23 feriti più gravi, sospesi fra la vita e la morte. Davvero nel fiore degli anni.

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