La Nuova Sardegna

Nuoro

“Ali sul fiume”, Ruiu racconta il rio Posada e i suoi abitanti

di Paolo Merlini
“Ali sul fiume”, Ruiu racconta il rio Posada e i suoi abitanti

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Il fotografo naturalista ha raccolto in un volume le immagini di anni di appostamenti

22 dicembre 2013
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Il 18 novembre scorso un fiume di fango rompeva gli argini del rio Posada e cambiava volto alle zone umide di questa parte di Baronia, modificando la geografia degli stagni e creando nuovi foci nella spiaggia. L’alluvione aveva travolto anche i pontili per accedere al litorale e cancellato ogni traccia delle protezioni delle dune sabbiose. Guardando il nuovo libro di Domenico Ruiu , mandato in stampa qualche giorno prima dell’evento e dedicato proprio all’ecosistema di Posada, non si può che pensare alla sorte degli “abitanti” di quello straordinario ambiente.

Sappiamo che la furia dell’acqua ha travolto e ucciso centinaia di animali tra pecore, cani, galline, mucche, ma non ci siamo interrogati, per esempio, sulle 26 specie di uccelli che il documentarista nuorese ha fotografato negli ultimi anni e che sono al centro di “Ali sul fiume” (Fabula edizioni, 103 pagine, oltre cento foto a colori, 20 euro), da qualche giorno in libreria. La speranza, forse anche la certezza, è che al contrario degli uomini si siano resi conto per tempo del cataclisma e si siano salvati.

Questo non vuol dire che il libro di Domenico Ruiu sia un documento sul passato del delta del rio Posada. La natura, specie dove non è deturpata dal cemento, sa rigenerarsi, in qualche caso tornare alla propria forma originaria: per esempio, a più di un mese dal disastro, le foci del fiume nella spiaggia da quattro sono ridiventate due, com’erano in precedenza. E gli uccelli hanno ricominciato timidamente a ripopolare il loro habitat d’eccellenza.

Autore di numerosi libri sulla natura dell’isola, da sempre ambientalista illuminato, Domenico Ruiu ha accolto l’invito del sindaco di Posada Roberto Tola a trasferire sulla carta di un libro le tante immagini raccolte negli anni in un lungo e paziente lavoro di appostamento lungo gli argini del fiume e dello stagno.

Ad arricchire il volume anche un buon numero di foto aeree che raccontano questo territorio nella costa orientale dell’isola, miracolosamente scampato alla cementificazione pro turismo. Oltre che del Comune di Posada, il libro ha il patrocinio del Parco di Tepilora, l’oasi naturalistica regionale che unisce i territori di quattro paesi (Bitti, Lodè, Torpè e appunto Posada) e che è nata proprio intorno al percorso del fiume.

Come ricorda Ruiu, il rio Posada si forma gradualmente, affluente dopo affluente, a partire dall’altipiano di Buddusò, e poi attraversa i territori dei quattro comuni sino a raggiungere il mare, appunto nella spiaggia di Posada (che Legambiente ha eletto miglior litorale italiano per il 2013).

Domenico Ruiu, con la sua macchina fotografica, ha seguito il corso del fiume per oltre sessanta chilometri per immortalare la sua fauna, che spesso sfugge a uno sguardo distratto. Ed ecco, quindi, ritratti nella loro bellezza gli “abitanti”, stanziali o di passaggio, di questo territorio: la folaga, la gallinella d’acqua, il pollo sultano, il germano reale, l’alzavola, la moretta tabaccata, il moriglione, la volpoca, il gruccione, la garzetta, la nitticora, gli aironi (bianco maggiore, cenerino, guardabuoi, rosso), il falco di palude, l’astore, il fenicottero rosa, e altri ancora. Ma anche le varie specie di insetti che popolano le zone umide, e ancora la testuggine palustre, la donnola. Per ogni specie raffigurata Ruiu offre un’accurata descrizione, raccontandone habitat e comportamento.

Riuscirà a ricostituirsi pienamente l’ambiente raccontato in questo libro? Come segnala lo stesso autore, il Parco di Tepilora è un’occasione da non perdere per la sua tutela, unita a un uso intelligente e uno sviluppo realmente sostenibile del territorio. La risposta dunque è sì, anche perché il detto sardo più volte citato dopo l’alluvione, s’abba tenet memoria, in questo luogo salvato dal cemento può rivelarsi positivo.

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