La Nuova Sardegna

Nuoro

Serra: troppi operai costretti a emigrare, fermiamo l’esodo

di Lamberto Cugudda
Serra: troppi operai costretti a emigrare, fermiamo l’esodo

Tortolì, l’ex assessore va all’attacco sul caso Intermare «È assurdo che i nostri siano fuori e qui lavorino stranieri»

05 settembre 2014
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Si schiera contro quanti «pur in politica, di tutti gli schieramenti, non conoscono il territorio, che potrebbe essere un Eden e invece viene martoriato». Carlo Serra, ex assessore provinciale all’Ambiente, ex sindaco di Lotzorai, uno dei massimi rappresentanti isolani del Silb (Sindacato italiano locali da ballo), da 40 anni imprenditore nel mondo delle discoteche, non la manda a dire e parte in quarta. Precisando di essere sempre stato di centrodestra, ma di avercela con tutti, senza distinzioni di colore politico. «Quanto sta accadendo in Ogliastra e a Tortolì-Arbatax in particolare – afferma Serra – è a dir poco scandaloso. Una decina di giorni fa, invitato da diversi giovani di Lotzorai, che sono stati costretti a emigrare a Brescia (insieme a loro anche operai di Tortolì e Barisardo), sono andato a trovarli. Sono persone che lavoravano, anche come qualificati, fino allo scorso anno, con imprese esterne all’Intermare fabrication yard di Arbatax e che non sono stati riassunti. Sono tristi perché lontano dalle famiglie, ma anche imbufaliti perché nel cantiere di Arbatax continuano a lavorare tanti stranieri dell’Est europeo e operai di altre regioni italiane. Mentre loro, con il “lavoro sotto casa” sono stati costretti a varcare il Tirreno per potere dare da mangiare alle famiglie. Non ce l’ho con i lavoratori che arrivano qui, ma è il sistema che è sbagliato. E andare avanti così non è possibile».

Per l’ex amministratore occorre che si prendano decisioni: «Come ogliastrino dico che se l’ex Intermare sarda non riesce a dare lavoro in loco, sarebbe meglio che nelle aree di Arbatax si puntasse su altri settori, come il turismo, la nautica, l’energia da fonti rinnovabili. Non possiamo assistere impassibili a nuove ondate di ogliastrini che, come 50 anni fa, sono costretti a emigrare».

Ma Serra passa a criticare anche altri aspetti: «Durante tutta la stagione turistica, di sera sono stato a Tortolì e ho notato diversi problemi. Il mercatino serale, ad esempio, vede la presenza di tantissime bancarelle straniere che vendono la solita chincaglieria. Senza parlare delle innumerevoli sagre che, ogni giorno, in tutta l’Ogliastra, vengono “inventate” e proposte, togliendo così il lavoro a ristoratori e gestori di altri locali di ristorazione. Se lo si vuole far fare, sarebbe giusto fare rispettare tutte le leggi e i controlli che devono osservare e subire i locali. Per non parlare del fatto dei tantissimi locali che fanno musica». E conclude: «Tantissimi amministratori e politici, di tutti i colori, sono mai usciti la sera a rendersi conto di quanto accade?».

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