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2078, l'anno dell'estinzione di Ussassai

di Paolo Merlini
Ussassai al sorgere della luna in una foto di M.C. Mura.
Ussassai al sorgere della luna in una foto di M.C. Mura.

Studio della Regione: il paese ogliastrino è destinato a sparire nel giro di 60 anni. Stesso pericolo per altri 32 comuni sardi

01 novembre 2014
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USSASSAI Gina Mulas, che compirà 104 anni il prossimo febbraio, non lo sa e forse non lo vuole neppure sapere. C’è da comprenderla, perché nonostante la straordinaria longevità e con tutti gli auguri di lunghissima vita che possiamo farle, nel 2078, quando gli abitanti del suo paese si estingueranno, lei non ci sarà. Non è una profezia esoterica, quella del 2078, ma una proiezione contenuta in uno studio commissionato dalla Regione Sardegna a due studiosi dell’università di Cagliari, il sociologo Gianfranco Bottazzi e il docente di statistica Giuseppe Puggioni.

Proiezione e non previsione, tengono a precisare i due esperti, che nel gennaio scorso hanno ultimato il loro lavoro dal titolo “Comuni in estinzione - Lo scenario dello spopolamento in Sardegna”. In estrema sintesi, lo studio ha preso in esame le dinamiche demografiche nell’isola negli ultimi 50-60 anni, analizzando comune per comune il rapporto tra nascite e morti, numeri dell’immigrazione e dell’emigrazione. Il saldo in più di un caso è negativo, e per 33 paesi la sentenza è impietosa: se la situazione non dovesse mutare, a causa delle nascite prossime allo zero o dell’abbandono degli abitanti rimasti, tra pochi decenni quei comuni si estingueranno, demograficamente parlando.

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A Ussassai, un paese adagiato su una collina a 800 metri d’altezza, che potrebbe ospitare i suoi seicento abitanti moltiplicati per quattro, tante sono le case vuote o in rovina, si giunge attraverso strade tortuose e tornanti a gomito che metterebbero alla prova anche un pilota di rally. Si arriva da Seui o da Gairo Sant’Elena, con tempi di percorrenza lunghi e una velocità media al di sotto dei 60 chilometri orari. A spassarsela, in questo periodo, sono solo le comitive di motociclisti tedeschi che trovi abitualmente nei percorsi più impensabili all’interno della Sardegna. Per chi arriva da nord dell’isola, c’è anche una terza via, che si imbocca nella statale 389, tra Villagrande e Lanusei, e che, costeggiando il lago Bau Muggeris e scorrendo parallelamente per lunghi tratti alla ferrovia del Trenino Verde, consente di abbreviare il percorso (si sbuca nella frazione di Gairo Taquisara). L’unico problema di questa strada apparentemente senza nome, a parte la manutenzione inesistente, è che per tutta la percorrenza non c’è un’indicazione che sia una su dove si stia andando. «Ecco, la Regione farebbe bene a utilizzare i fondi per darci una viabilità adeguata – protesta il sindaco Giannino Deplano – anziché finanziare studi che fanno notizia ma non aggiustano di una virgola il presente. Non è così che si salvano le aree interne dallo spopolamento».

«Vogliono cancellarci». Insegnante di lettere in pensione dopo una lunga carriera al liceo scientifico di Seui, sindaco al secondo mandato con un passato da assessore provinciale, quando l’Ogliastra era ancora legata a Nuoro, Deplano conduce ogni giorno sul campo la sua politica contro lo spopolamento e la difesa dei piccoli comuni, che dal 2015 dovranno associarsi in unioni. Deplano è molto scettico. Sotto la sua guida Ussassai non è entrato in alcuna delle tre unioni in cui è divisa l’Ogliastra. «Il Comune è il primo vero e unico architrave istituzionale», ripete a ogni convegno sullo spopolamento. Lo ha detto il 6 ottobre a Mandas, e ribadito due giorni più tardi ad Abbasanta, all’assemblea dell’Anci, quando i sindaci sardi hanno lanciato un nuovo allarme sui propositi del governo che, dopo l’annunciata chiusura delle province, ora se la prenderà con i piccoli comuni dando vita a nuovi enti intermedi, appunto le unioni. «Si vogliono cancellare sette secoli di storia comunale», sostiene Deplano: «Lo si fa in spregio alla Costituzione, svilendo l’articolo 44 che impone di andare in soccorso dei territori montani e disagiati. Si spreca al centro e si affamano le periferie».

Popolazione dimezzata. I numeri però non sembrano dare ragione al sindaco. Nel 2013 a Ussassai è nato un solo bambino e sono morte 12 persone. Il paese ha un indice di natalità tra i più bassi in Italia, mentre al contrario il tasso di mortalità è invidiabile (non a caso, come altri centri in Ogliastra, Ussassai è noto come paese di centenari). «Ma nel 2014 c’è stato un picco delle nascite – dice orgoglioso Deplano – I nuovi nati sono già cinque». Come tanti altri centri montani dell’Isola, Ussassai ha visto la popolazione dimezzarsi negli ultimi cinquant’anni. Nel 1961 gli abitanti erano 1261, oggi sono meno di seicento. «C’è stato un inurbamento selvaggio delle coste – dice il sindaco – e non sono sicuro che a esso sia corrisposto un miglioramento della qualità della vita o dei valori sociali». «Indubbiamente qui la solidarietà è maggiore», rimarca Giovanna Mura, responsabile delle politiche sociali del Comune. «I nostri interventi sono ridotti e limitati a pochi casi». Ad accudire la nonnina di Ussassai, per esempio, si alternano due persone. Per tutti in paese Gina Mulas è “la fotografa”, anche se la sua è sempre stata una passione e non un lavoro vero e proprio. Quante foto ha scattato nella sua vita? «Migliaia, ho fotografato tutti i miei compaesani per generazioni», dice mentre tiene in braccio Michele, uno dei bambini nati nel 2014. Ussassai nel 2078 non avrà più abitanti: lei ci crede? «Non è a me che deve chiederlo, ma a lui», risponde indicando il bambino.

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