La Nuova Sardegna

Nuoro

Mistero in mare

Morso da un ragno velenoso, sub in gravi condizioni

Pierluigi Piredda e Sergio Secci
Il sub soccorso dai vigili del fuoco
Il sub soccorso dai vigili del fuoco

Si sono improvvisamente aggravate le condizioni del giovane soccorso sulla scogliera di Orosei: ora è in attesa di trapianto

07 maggio 2015
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NUORO. È riuscito a salvarsi dopo una crisi in mare durante una battuta di pesca subacquea nel mare di Orosei, ma ora sta lottando contro la morte nel centro trapianti dell’ospedale di Cagliari. Le condizioni di salute di Alessandro Candido, 38 anni, di Roma, sono precipitate nella notte. Prima una crisi renale, poi un’altra epatica. Entrambe devastanti, tanto che i medici della Rianimazione del San Francesco di Nuoro, dove era stato ricovertao inizialmente, l’hanno immediatamente sottoposto a dialisi e hanno allertato il centro trapianti dell’ospedale Brotzu, dove il sub è stato trasferito d’urgenza ieri mattina in elicottero con il fegato devastato un’infezione misteriosa che non rispondeva a nessuna terapia. Contemporaneamente l’allarme era scattato anche a Sassari, nel Centro antiveleni dell’Università, alla ricerca di un antidoto che potesse essere utile a salvare la vita al giovane romano.

Alessandro Candido è stato probabilmente morsicato da una malmignatta, il micidiale ragno definito la “vedova nera del Mediterraneo” e in Sardegna conosciuto come «S’Arza», ma non è da scartare l’ipotesi che possa essere stato punto da una “mutilla” un imenottero altrettanto pericoloso che instilla con i suoi pungiglioni un veleno che può anche essere letale per l’uomo. Così come non è da sottovalutare un’altra ipotesi inquietante: che il subaqueo sia rimasto vittima dell’assalto di qualche pesce velenoso.
L’unica certezza è che Alessandro Candido ha sulle gambe segni inquivocabili di morsi o punture.

E sono state proprio quelle ferite a insospettire i medici dell’ospedale San Francesco di Nuoro quando, nel corso della serata di martedì, il quadro clinico del subacqueo, salvato poche ore prima nel mare di Orosei, si è improvvisamente aggravato. Dopo avergli praticato tutte le cure necessarie e averlo stabilizzato, i sanitari nuoresi hanno deciso di trasferirlo con urgenza nel Centro trapianti dell’ospedale Brotzu di Cagliari, visto che l’infezione che aveva aggredito il fegato non rispondeva più alle terapie e stava diventando sempre più chiara l’esigenza di un trapianto urgente.

Alessandro Candido, nei momenti di lucidità, ha raccontato la sua disavventura arricchendola con particolari che hanno preoccupato ancora di più i medici. Il sub era entrato in mare dalla spiaggia di Matta e Turcu per una battuta di pesca nel primissimo pomeriggio insieme a un amico e si erano dati appuntamento per ritrovarsi nello stesso punto intorno alle 19,30. Dopo molte ore di lui si erano perse le tracce e l’amico preoccupato aveva dato l’allarme. Gli uomini della Guardia costiera, i carabinieri, i vigili del fuoco, gli agenti di polizia, due elicotteri e una motovedetta l’avevano cercato per mare e terra per tutta la notte. Fino all’alba quando era stato ritrovato, fortemente disidratato, in una zona impervia della pineta di Matta e Turcu, piuttosto lontana dal mare.

Aveva profonde lesioni alle gambe, forse provocate dallo sfregamento sugli scogli, abrasioni in varie parti del corpo ed era in stato di assideramento.

Alessandro Candido aveva spiegato di essere riuscito ad arrivare fino alla scogliera dopo essere stato colto da malore. Una volta salito su uno scoglio, con grande difficoltà, era svenuto. Quando si era ripreso aveva scalato la scogliera e si era inoltrato nella boscaglia alla ricerca di aiuto. Ma era caduto tra i cespugli ed era svenuto, quando si era risvegliato dopo molte ore si era reso conto di essere in uno strano stato di torpore. Il sub aveva detto ai medici che quand’era disteso tra i cespugli aveva sentito dei forti dolori alle gambe, protette dalla muta come il resto del corpo: come dei morsi o delle punture e di aver perso i sensi. Questo racconto aveva insospettito non poco gli esperti medici del San Francesco che avevano disposto il suo ricovero in osservazione, anche se non presentava particolari sintomi che potessero pregiudicare la sua salute. Ma nel volgere di poche ore Alessandro Candido si era progressivamente aggravato.

«La malmignatta esiste eccome in Sardegna– ha spiegato ilprofessor Pietro Luciano, docente dell’università di Sassari ed entomologo di fama internazionale –. Ma i sintomi del giovane sub non mi sembrano compatibili con quelli provocati dalla puntura del ragno. Così come sono perplesso anche per quanto riguarda eventuali punture, come quella dell’imenottero “mutilla”. Potrebbero però – ha concluso l’entomologo – aver influito in un quadro clinico fortemente debilitato».

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