La Nuova Sardegna

Nuoro

Rimborsi per l’alluvione, proteste a Posada e Torpè

di Sergio Secci
Rimborsi per l’alluvione, proteste a Posada e Torpè

A due anni dall’alluvione Cleopatra arrivano i fondi raccolti dalla Croce rossa Polemiche per i criteri di ripartizione. «Chi ha un reddito ha diritto a una miseria»

02 luglio 2015
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POSADA. A quasi due anni dall’alluvione che ha distrutto la piana di Torpè e Posada sommergendo d’acqua centinaia di abitazioni e aziende agricole, la Croce rossa italiana ha iniziato la distribuzione dei soldi raccolti tramite gli appelli televisivi.

Grazie agli sms arrivati da tutta Italia, l’associazione umanitaria ha raccolto oltre 5 milioni di euro, fondi che sono stati distribuiti con i criteri approvati in un protocollo d’intesa firmato lo scorso anno con la Regione. Da questo accordo sono state stilate delle graduatorie che tengono conto, oltre che del danno subito, del reddito degli alluvionati e dell’eventuale presenza di disabili in casa. Graduatorie che pur fatte in assoluta buona fede e basandosi su dati ufficiali, hanno però creato malumore in numerose famiglie. C’è infatti chi, a parità di danni, si trova ad ottenere rimborsi che sono spesso di decine di migliaia di euro inferiori a situazioni apparentemente analoghe.

A puntare il dito contro la ripartizione dei fondi, è un ex sottufficiale della polizia penitenziaria originario di Torpè ma residente a Posada. La notte del 18 novembre Salvatore Pala ha dovuto lasciare in tutta fretta la sua casa, in località Ludu, per trovare scampo dalla piena del fiume che, oltre ad allagare la casa, gli ha rovinato due automobili e un camion «Sia la mia famiglia che quella di mio padre abbiamo subito danni documentati per oltre 30mila euro – racconta–, ma ci è stata rimborsata una cifra inferiore ai tremila euro. Alle nostre rimostranze ci è stato detto che noi un reddito lo abbiamo e che nella compilazione delle graduatorie si è tenuto conto dell’Isee e di altre situazioni particolari, come la presenza nel nucleo familiare di invalidi. Chi tramite gli sms ha donato i soldi a favore degli alluvionati, lo ha fatto per tutti indistintamente. Pertanto la somma raccolta doveva essere assegnata in parti eguali a tutti coloro che hanno avuto la casa distrutta invece di creare malumori utilizzando parametri poco chiari». A Posada non sono molte le abitazioni che hanno i requisiti di abitabilità e che hanno potuto accedere ai finanziamenti. Molte se ne registrano invece a Torpé dove la piana è più densamente popolata e anche in questo comune, così come è successo pochi giorni fa ad Olbia, sono stati in tanti a protestare. «C’è sicuramente della disparità tra famiglie che hanno avuto lo stesso identico danno – protesta uno dei residenti dell’agro –. Al di là del reddito percepito si doveva procedere a ripartire in egual misura i rimborsi per non creare disparità tra le famiglie, procedendo magari con accurati controlli in modo da evitare che casupole di campagna vengano dichiarate come abitazioni principali».

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