La Nuova Sardegna

Nuoro

Omicidio di Orune: molte telefonate tra il minorenne indagato e lo scomparso di Nule

di Pier Luigi Piredda
Stefano Masala, 28 anni, scomparso a Nule
Stefano Masala, 28 anni, scomparso a Nule

L’avvocato Piscitelli: dalle perizie sui tabulati potrebbero arrivare novità sulla sparizione di Stefano Masala la sera prima del delitto Monni

10 luglio 2015
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NUORO. «L’unica certezza che abbiamo è che tra Stefano Masala e il minorenne di Nule coinvolto nell’omicidio di Gianluca Monni c’è stato un fitto rapporto telefonico la sera in cui il ragazzo di Nule è scomparso nel nulla senza lasciare traccia, poche ore prima del delitto di Orune».

Dopo giorni di silenzio, l’avvocato Gianfrancesco Piscitelli, leader dell’Associazione Penelope, il legale che tutela gli interessi della famiglia Masala di Nule ha deciso di uscire allo scoperto. L’ha fatto dopo un servizio comparso sul settimanale nazionale “Giallo” che ha ripreso la tragica vicenda e gli ha messo in bocca «parole che non ho mai pronunciato, visto che c’è una perizia in corso e siamo in attesa degli esiti» ha sottolineato l’avvocato.

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«Noi vogliamo sapere dov’è Stefano, che fine ha fatto Stefano e siamo pronti a percorrere tutte le strade possibili per scoprirlo – ha spiegato l’avvocato Piscitelli –. E rilanciamo la ricerca del ragazzo scomparso a Nule in circostanze misteriose la sera del delitto di Orune (in cui gli assassini dello studente Gianluca Monni hanno utilizzato l’auto del padre di Stefano con la quale lui era uscito per raggiungere gli amici) partendo da alcune certezze emerse nell’inchiesta. La prima è che Stefano era legato a quel gruppo di ragazzi coinvolti nel delitto, ma questo non vuole dire che è stato complice dell’omicidio. La seconda certezza sono le telefonate. Siamo certi che ci sono state numerose telefonate tra Stefano e il minorenne di Nule attorno al quale ruota l’inchiesta – ha insistito il leader dell’associazione Penelope –. E partendo da questa certezza, ci auguriamo che dalla perizia sui tabulati telefonici, che il magistrato della procura della Repubblica di Nuoro ha affidato nelle scorse settimane a un esperto informatico, emergano elementi che possano farci capire che cosa è successo quella sera del 7 maggio a Nule».

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«A noi interessa sapere dove è finito Stefano – ha aggiunto l’avvocato Piscitelli –. Oltre alle telefonate, gli investigatori avrebbero acquisito anche certezze sul fatto che quella sera intorno alle 21 Stefano è stato visto a Nule insieme al minorenne. Poi di lui si sono perse le tracce. Il suo telefonino cellulare è muto da quella notte. E tutti sappiamo che Stefano non si sarebbe mai separato dal suo amatissimo Nokia bianco. E inoltre – ha insistito il penalista – Stefano era un ragazzo molto preciso e coscienzioso. Buono e sempre disponibile con tutti. La sera del 7 maggio aveva chiesto in prestito la macchina al babbo con la promessa che gliel’avrebbe riportata prima delle 5 del mattino quando il padre avrebbe dovuto utilizzarla per lavoro. Fino a quel giorno era sempre stato puntuale e non si sarebbe mai allontanato più di tanto da Nule sapendo che doveva restituire la macchina. E allora?»

Allora, secondo il portavoce dell’Associazione Penelope, Stefano quella sera è stato attirato in un tranello. Probabilmente lui si è anche ribellato e a quel punto è successo qualcosa.

«Vogliamo sapere se Stefano è vivo – ha sottolineato con forza l’avvocato Piscitelli –. Vogliamo certezze in questa enorme disperazione che attanaglia la famiglia ormai da due mesi. Non possiamo scartare nessuna ipotesi, neppure quella che Stefano facesse parte di un disegno criminale ben preciso ordito per incastrarlo. Non si spiegherebbe altrimenti l’utilizzo della riconoscibilissima auto del padre per compiere il delitto di Orune – ha concluso –. Speriamo che chi sa qualcosa ci dia una mano. L’inchiesta è a un punto delicatissimo e ogni nuova testimonianza è utile per chiarire nei dettagli tutta la vicenda».

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Stefano Masala, 29 anni, cameriere disoccupato di Nule, con seri problemi di salute e difficoltà di deambulazione, è scomparso misteriosamente la notte del 7 maggio. Era uscito da casa con l’auto del padre, una Opel Corsa grigia che l’indomani mattina alle 7.07 è stata utilizzata da misteriosi killer per uccidere con tre fucilate, nel centralissimo viale Repubblica a Orune, lo studente Gianluca Monni, 19 anni, che aspettava il pullman per andare a scuola a Nuoro.

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