La Nuova Sardegna

Nuoro

Supermercato della droga gestito da una famiglia

di Lamberto Cugudda
Supermercato della droga gestito da una famiglia

Arrestati padre, madre e figlio: una piantagione di marijuana nel giardino Lo stupefacente veniva prodotto, selezionato e venduto direttamente

17 luglio 2015
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BARISARDO. È stata chiamata “Operazione supermercato della marijuana”, quella che ha visto finire agli arresti domiciliari, in attesa del processo per direttissima, un’intera famiglia di Barisardo, composta da padre, madre e figlio, tutti disoccupati. L’operazione è stata condotta dai carabinieri della stazione di Cardedu, coadiuvati dai loro colleghi della Compagnia di Jerzu (comandata dal capitano Giuseppe Merola) e da unità’ cinofile antidroga dello squadrone eliportato dei Cacciatori di Sardegna. Ai domiciliari sono finiti Paolo L., 62 anni, la moglie Anna S., di 50, e il figlio Mattia, di 24, che sono accusati del reato di coltivazione e spaccio di sostanze stupefacenti.

Tutti e tre sono difesi dall’avvocato Damiano Arra.

Nel corso della perquisizione eseguita nell’abitazione della famiglia, nella località Cronta, ai confini fra Barisardo e Cardedu, i carabinieri di Cardedu avrebbero rinvenuto circa 40 piante di cannabis indica, alcune selezionate per la produzione di marijuana di qualità – ognuna delle piante selezionate, con produzione bimestrale, per i carabinieri avrebbe garantito una produzione annua pari a 3mila euro – e 800 grammi di sostanza stupefacente del tipo marijuana, che pare fosse pronta per essere immessa sul mercato della droga.

Nel giardino dietro casa, tra gli ortaggi e le piante da frutta, secondo i militari dell’Arma tutto sarebbe stato predisposto e organizzato per coltivare, essiccare e conservare lo stupefacente all’interno di grossi barattoli in vetro da tre litri. Numerosi semi selezionatissimi sarebbero stati ritrovati ancora con il prezzo di mercato appiccicato sull’etichetta indicante il tipo e la qualità che garantiva la pianta.

Il nome dell’operazione trae origine dal fatto che lo stupefacente, accuratamente prodotto e selezionato in loco, pare fosse distribuito direttamente ai “clienti” assuntori. Con lo stupefacente, all’interno dell’abitazione sarebbero state rinvenute circa 2.500 euro di monete di piccolo taglio, che per le forze dell’ordine, verosimilmente sarebbero provento dell’attività illecita. Gli arrestati, al termine delle formalità di rito, sono stati accompagnati nella loro agli arresti domiciliari, in attesa del processo per direttissima.

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