Mediazione e pace, a Seui un incontro al centro polivalente
SEUI. Riscoprire le consuetudini e le tradizioni delle comunità locali in tema di giustizia e mediazione, ripercorrendo, parallelamente, i percorsi identitari che legano storicamente i territori del...
SEUI. Riscoprire le consuetudini e le tradizioni delle comunità locali in tema di giustizia e mediazione, ripercorrendo, parallelamente, i percorsi identitari che legano storicamente i territori del centro della Sardegna. È il cuore del convegno internazionale in programma oggi a Seui, presso il centro polivalente “Is Minadoris” di via Torino 37, organizzato dall’Università di Cagliari, in collaborazione con l’Universidad española de Zaragoza, il comune di Seui e l’associazione Mediatori Mediterranei Onlus. L’evento culturale, aperto a tutti, avrà inizio alle 10,30 con i saluti del sindaco di Seui, Marcello Cannas, di Paola Piras, commissario della Cciaa di Cagliari e di altri rappresentanti istituzionali del comprensorio Barbagia di Seulo, Ogliastra e Sarcidano. I contenuti e le finalità dell’iniziativa verranno illustrati da Carlo Pilia, professore associato di diritto privato dell’Università di Cagliari, presidente dell’associazione Mediatori Mediterranei Onlus e promotore dei percorsi mediterranei di mediazione e pace. Tre le sessioni tematiche: “Le storie di giustizia in Sardegna sotto la dominazione spagnola”, a cura di Francesco Carboni dell’ateneo cagliaritano e di Umberto Oppus, rappresentante Anci Sardegna; “L’esperienza di riforma della giustizia aragonese” trattata da José Luis Argudo Périz e Cristina Martínez Sánchez, per l’università spagnola; “I nostri percorsi dell’identità: trenino verde e sentieri della Sardegna”, illustrato da Alessandro Boccone, responsabile Arst, servizio trenino verde, e da Piero Pirosu, giornalista e guida ambientale. Chi vorrà partecipare al convegno potrà partire o dalla stazione di Arbatax o da quella di Mandas per raggiungere prima Seui e poi, a conclusione dei lavori, le pendici del monumento naturale di Perda Liana scelto «quale luogo simbolo – ha precisato Carlo Pilia – per ricordare a tutti noi quanto fosse considerato importante nelle diverse culture delle genti di Sardegna far ricorso alle pratiche della mediazione per poter riuscire ad assicurare la pacifica, civile convivenza». (c.c.)