La Nuova Sardegna

Nuoro

Progetti e assistenza per i malati di Sla

di Kety Sanna
Progetti e assistenza per i malati di Sla

Battaglia vinta dall’associazione Nuorese: «Siamo riusciti a far tornare Giorgia a casa dopo due mesi di ospedale»

14 settembre 2015
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NUORO. Continuano ad arrivare messaggi di speranza per i malati di sclerosi laterale amiotrofica. L’Aisla di Nuoro, qualche giorno fa ha portato a termine un’altra battaglia a favore di una paziente, per due mesi costretta in un letto del reparto di rianimazione del San Francesco. Grazie alla referente provinciale, Rosa Puligheddu che si è mossa per la riuscita del progetto “Ritornare a casa”, una donna veneta di 52 anni è stata dimessa, trovando tutta l’assistenza e l’organizzazione per continuare a vivere tra le mura domestiche. Un rientro coronato poi da una festa a sorpresa che l’Aisla ha organizzato insieme al marito di Giorgia, Claudio complice dell’iniziativa e ai tanti amici di Lodè. Una serenata con i ragazzi del coro “Nugoro Amada”, guidati dal maestro Gianluca Pitzolu (testimonial Aisla insiemeall’associazione Amici del Folclore e al testimonial musicale regionale Piero Marras), che hanno intonato i brani del loro repertorio: da “Non potho reposare” a “A tie solu” fino alle canzoni alpine, regalando a Giorgia e a tutti i presenti un’emozione indescrivibile in una cornice mozzafiato, tra le chiome verdi degli ulivi e sotto un cielo di stelle. «Piano riuscito e scommessa vinta – dice soddisfatta Rosa Puligheddu che ringrazia tutti i volontari e i testimonial dell’associazione – Per noi ciò che conta è dare speranza a queste persone più sfortunate ma dalle quali abbiamo solo da imparare. Loro devono sapere che non sono sole e noi, dobbiamo continuare a portare avanti le nostre battaglie riuscendo a sensibilizzare le istituzioni, facendo conoscere le vicissitudini di questi uomini e donne che quotidianamente hanno bisogno di aiuti e di assistenza continua». La storia di Giorgia e Claudio è la stessa di tante altre famiglie di malati di Sla. Quando “la bastarda” è entrata a gamba tesa nella vita di Giorgia le ha rubato ogni muscolo alla volta. In silenzio, le ha portato via ogni movimento trasformando il suo corpo, già martoriato, in una sorta di prigione. Le ha scippato la voce ma non il pensiero, unica arma per combattere questa malattia e continuare a dare un senso alla vita. Una storia di sofferenza ma anche di amore e condivisione che ha ridato il sorriso a lei che, da oltre tre anni, convive col morbo di Lou Gehrig, come viene anche chiamata la sclerosi laterale amiotrofica. Una malattia neurodegenerativa progressiva che colpisce i motoneuroni, cioè le cellule nervose cerebrali e del midollo spinale che permettono i movimenti della muscolatura volontaria. I primi segni della malattia compaiono quando la perdita progressiva dei motoneuroni supera la capacità di compenso dei motoneuroni superstiti fino ad arrivare ad una progressiva paralisi. Giorgia e il marito hanno trovato in Sardegna il luogo ideale dove poter continuare a vivere. Il borgo di Sant'Anna, a un tiro di schioppo da Lodè, è diventata la loro dimora. «Trascorreremo qui il tempo che ci resta – dice Claudio – e cercheremo di farlo serenamente. L’ambiente e il clima ci aiutano tanto. Prima di approdare in questo luogo – aggiunge l’uomo parlando anche per Giorgia che a causa della recente tracheotomia ha perso la voce e comunica con il solo movimento delle labbra – abbiamo girato in lungo e il largo per capire quale fosse l’ambiente favorevole allo stato di salute di mia moglie. Abbiamo sempre amato la Sardegna e ora è diventata la nostra casa». La coppia veneta ha dovuto lasciare tutto e partire. Le condizioni di Giorgia, affetta da diverse patologie, peggioravano di giorno in giorno. Poi quell’ultimo e drammatico verdetto che le dava pochi giorni di vita.

«Non c’era più tempo da perdere – racconta ancora Claudio, seduto a fianco alla carrozzina di Giorgia che lo ascolta con attenzione e interviene per aggiungere dettagli – Abbiamo deciso di vendere tutto ciò che avevamo e iniziare un’altra vita». Dipende pubblico lui, titolare di un grosso Bar-ricevitoria lei, hanno investito tutti i loro risparmi a Sant’Anna dove sono stati accolti calorosamente. «Non rimpiangiamo nulla di ciò che abbiamo lasciato – dicono – L’unica cosa che chiediamo è riuscire a vivere serenamente e continuare a superare i momenti di sconforto che, ovviamente, ci sono». Una vita dura, diversa ma non per questo speciale quella che è toccata a Giorgia e a Claudio che con dedizione, grazie all'aiuto di tante altre persone, riesce ancora a regalare grandi emozioni e sorrisi alla moglie. “Giorgina” come tutti la chiamano, giovedì sera ha pianto di gioia. Abbandonandosi alle soavi note del coro “Nugoro Amada”, nonostante tutto, ha ringraziato Dio per le tante attenzioni ricevute ma soprattutto, per averle messo a fianco un uomo come Claudio e averle fatto incontrare persone importanti come quelle dell’Aisla di Nuoro. Un messaggio di speranza per gli altri malati, perché non si scoraggino e non pensino mai di essere soli in questa lunga e dura lotta per continuare a vivere.

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