La Nuova Sardegna

Nuoro

Aule sovraffollate e scuolabus guasti

di Giovanni Melis
Aule sovraffollate e scuolabus guasti

Proteste all’Istituto comprensivo di Fonni per una classe con 28 alunni, a Belvì e Gadoni disagi per il servizio di trasporto

17 settembre 2015
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FONNI. La buona scuola pare proprio non dover decollare. Soprattutto in questi primi convulsi giorni di inizio delle lezioni, nell’anno delle grandi riforme volute dal governo italiano e dalla Regione. Nei centri della Barbagia di mezzo e in quella di Ollolai sono diverse le proteste contro una politica che ha privilegiato i tagli a danno della buona didattica. E tra scuolabus che non arrivano, o partiranno in ritardo, pluriclasse e classi pollaio, il quadro, secondo genitori ed amministratori, è tutt’altro che edificante. Dalle dirigenze scolastiche si chiede pazienza: col tempo tutto funzionerà meglio. Ad oggi però sono soltanto le proteste dei genitori inviperiti a far notizia.

Uno dei casi più eclatanti è stato denunciato a Fonni dove tira aria di rivolta, dopo il disastroso esordio per i ragazzi dell’istituto comprensivo. Dal primo giorno di scuola, gli alunni della prima media devono riunirsi in un’unica classe con ventotto alunni. Netto il rifiuto dei genitori di farli entrare in aula: l’idea di avere i loro ragazzi reclusi in una “classe pollaio” non andava proprio ai papà e alle mamme di Fonni che hanno deciso di tenere la linea dura. Alla base della decisione, esigenze di sicurezza: l’aula sarebbe collaudata per non più di 26 persone, studenti più l’insegnante. Infatti è statisticamente difficile gestire una quindicina di alunni, anche se non vivaci. Figuriamoci pensare di fare lezione con una trentina di bimbi, appena arrivati all’istituto comprensivo. Roba da far impallidire qualsiasi docente, anche il più volenteroso.

Ma è il principio costituzionale del diritto allo studio che va rispettato: secondo i genitori fonnesi «così tanti bambini in una classe – dicono i genitori – non riusciranno a seguire bene la lezione, pur con gli ottimi docenti in ruolo. Si stanno minando i cardini del diritto allo studio per risparmiare. Ma agendo in questo modo si rischia di allontanare i bambini dalla scuola, creando dispersione scolastica e vistosi cali di istruzione».

Il Comune si è schierato apertamente dalla parte dei genitori: per il sindaco Stefano Coinu la situazione è inaccettabile. Rincara la dose l’assessore comunale alla pubblica Istruzione Salvatora Mulas che ritiene fondamentale lo sdoppiamento della classe per assicurare l’ordinato percorso curricolare ai ragazzi. Secondo l’assessore Mulas non ci sono soluzioni alternative: anche perché intervenire sulla scuola, con ampliamenti o demolizioni, oltre ai gravi disagi ai ragazzi, rischierebbe di creare problemi statici al plesso stesso. Il comune ha già scritto al presidente della regione Francesco Pigliaru e all’assessore all’istruzione Claudia Firino, oltre che ai vertici della scuola sarda. Finora non sono arrivate risposte che sono attese. Anche perché qualsiasi decisione dovrebbe poi passare sotto la lente dei vigili del fuoco. Anche a Belvì e Gadoni ci sono diverse proteste: il servizio di scuolabus non funziona o va a rilento. Questo nonostante l’impegno delle amministrazioni cittadine che fanno i salti mortali per assicurare i trasporti degli studenti. Dei fondi per gli scuolabus promessi dalla Regione, però, in Barbagia non è arrivata neppure l’ombra. «Non ci rimane che la solidarietà tra poveri – dice Alessandro Corona – che è doverosa. Così come è d’obbligo protestare contro una politica che demolisce i diritti sull’altare dei tagli economici. Non si comprendono né i criteri di spesa né quelli degli interventi. Così facendo si penalizzano i territori marginali a favore delle aree forti, favorendo spopolamento e abbandono scolastico».

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