La Nuova Sardegna

Nuoro

Da Jerzu al Man, sulle tracce di Vivian Maier

di Claudia Carta
Da Jerzu al Man, sulle tracce di Vivian Maier

Sessanta turisti per un giorno a Nuoro grazie all’iniziativa voluta dall’Associazione culturale Calliope

14 ottobre 2015
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JERZU. Stregati da Vivian Maier. Persi a cercarla tra i 120 scatti della collezione John Maloof. Sorpresi nel vederla improvvisamente riflessa in uno specchio, nella vetrina di un bar di Chicago, o nell’ombra riprodotta su un prato, oscura e misteriosa, suggestiva e geniale. Una donna e la sua storia. E poi la necessità quasi ossessiva di documentare ogni attimo di vita intorno a lei. La fotografa di strada americana dall’accento francese incanta i 60 viaggiatori jerzesi, turisti per un giorno nella Nuoro silenziosa e pacata della domenica mattina.

Il viaggio – organizzato dall’Associazione culturale Calliope di Jerzu – è il frutto di un attento e appassionato lavoro di progettazione che ha impegnato gli organizzatori per oltre un mese, tra ricerche, documentazioni e promozione. L’intento è quello che, fin dall’inizio, anima tutte le iniziative culturali dell’associazione ogliastrina: educare alla bellezza, comunicare il fascino della conoscenza e del sapere, volare alto, con uno sguardo aperto sul mondo. Porte del museo Man aperte e visitatori in ordine sparso tra le sale espositive su tre piani: Chicago e New York, provini a contatto e “gelatine d’argento”, filmati super 8. La genialità eccentrica di “tata Vivian” respira tra le sue fotografie, venute prepotentemente alla ribalta grazie a un colpo del destino e al giornalista John Maloof che, col destino, sembra essersi messo d’accordo. E i turisti, jerzesi e no, ne rimangono estasiati. La visita è stata anticipata dalla serata di venerdì, a Jerzu, nella quale, partendo dagli spunti offerti dal docu-film “Alla ricerca di Vivian Maier”, nomination all’Oscar 2015 per la sezione documentari, ci si è avvicinati all’avvincente, e a tratti inquietante, profilo biografico e psicologico di Miss Maier, ma soprattutto è stato possibile familiarizzare con il suo straordinario lavoro fotografico. Dopo il Man, visita al museo deleddiano e alla chiesa della Solitudine. Al pomeriggio, come in un incontro fra territori, i Tacchi d’Ogliastra al cospetto dell’Ortobene e del suo Redentore benedicente. Lassù, per caso, il coro maschile “Amici del canto sardo” di Sassari accarezzano con voci armoniose il cielo azzurro sotto il bronzo di Jerace. Sconfinata bellezza per una giornata da ricordare.

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