La Nuova Sardegna

Nuoro

Ponte di San Paolo, la procedura va avanti

di Claudia Carta
Ponte di San Paolo, la procedura va avanti

Jerzu, l’assessore regionale Maninchedda risponde all’appello dei sindaci della valle del Pardu

16 ottobre 2015
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JERZU. «Non possiamo bloccare una procedura già in atto. La Provincia vada avanti, chiuda la gara, assegni gli incarichi per la realizzazione dello studio di fattibilità, dopodiché riapriamo il tavolo di discussione tra le parti». L’assessore regionale ai lavori pubblici Paolo Maninchedda è chiaro e diretto nell’analizzare lo stato attuale in cui versa il ponte di San Paolo, lungo la vecchia Orientale sarda, ma manifesta ai sindaci la disponibilità al dialogo costruttivo che porti a una soluzione il più possibile condivisa. Motivazioni e rivendicazioni, quelle ogliastrine, che, dalla valle del Pardu, sono giunte ieri mattina a Cagliari, in Viale Trento, al cospetto dell’assessore e della struttura tecnica al completo. Attorno al tavolo i primi cittadini di Jerzu, Gairo e Cardedu: Roberto Congiu, Francesco Piras e Gian Beppe Boi, il commissario della provincia Ogliastra, Maria Gabriella Mulas, il consigliere regionale ogliastrino, Franco Sabatini e l’esponente di un gruppo di minoranza jerzese, Gianluigi Piras. Il ponte di San Paolo è pericoloso e va messo in sicurezza. Così sia scritto e così sia fatto. Che poi abbia resistito indenne a piene e alluvioni dal 1905 questo è un altro discorso. Come a dire: “potrebbe non andare sempre bene”. Ma tant’è. Studi e calcoli effettuati dai tecnici della Regione, per monitorare il rischio idrogeologico del territorio, hanno palesato una situazione già nota. La levata di scudi da parte dei sindaci delle comunità interessate si erge decisa contro la ventilata possibilità di abbattimento di quello che è stato definito da tutti, istituzioni e cittadini, un bene storico identitario. Riunione interlocutoria, dunque. Già questo per gli amministratori è una buona notizia: «Un incontro importante – ha commentato il sindaco di Jerzu – nel quale l’assessore ha preso atto delle nostre argomentazioni. Il risultato è un tavolo che resta aperto. Saremo vigili e seguiremo passo dopo passo l’iter della procedura». Nel frattempo «chiederemo all’Istituto Idrografico della Regione – è stato l’impegno di Sabatini – di effettuare un ulteriore approfondimento per valutare la reale esistenza ed entità del pericolo, così da prevedere una possibilità di intervento diversa dalla demolizione. Poi torneremo qui». Il destino del ponte di Pelau, insomma, non è ancora segnato.

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