La Nuova Sardegna

SINISCOLA. Eppure le amministrazioni comunali sono dalla loro parte. Dalla parte di questi lavoratori ed ex lavoratori tessili della Legler ormai senza futuro. Dalla parte di queste 80 famiglie (delle 412 che avevano sostentamento nei vari stabilimenti Legler del Nuorese) che ancora risiedono a Siniscola e nei paesi del circondario, andando avanti finché possono andare avanti. «Lavoratori che hanno cessato di ricevere gli ammortizzatori nel 2014 e che meritano una risposta immediata perché non possono continuare a rimanere senza alcun aiuto per se e le loro famiglie» hanno scritto e sottoscritto il 6 ottobre scorso i sindaci di Siniscola, Nuoro, Budoni, Torpè, Lodè, Posada e Orosei, e con loro anche il presidente dell’Unione dei comuni del Montalbo. «I cantieri verdi già destinati ad altri lavoratori in utilizzo – si legge in un documento inviato dagli amministratori locali al presidente della Regione Francesco Pigliaru e all’assessore del Lavoro Virginia Mura –, vanno estesi anche a quelli coinvolti nella “vertenza tessili”, pur in costanza della pubblicazione di bandi per l’attuazione di altre misure, come la Flexicurity e del Welfare to work, a favore dei predetti lavoratori. Misure ovviamente non sufficienti per dare risposta a tutti i 412 lavoratori». Le singole amministrazioni comunali del Nuorese e della Baronia hanno così sottolineato la loro «piena disponibilità per la predisposizione di progetti riguardanti il rischio idrogeologico, prevenzione incendi e di discariche abusive» e allo stesso tempo hanno proposto di estendere gli stessi progetti «ai comuni interessati e direttamente coinvolti nella ricollocazione dei lavoratori dell’ex Legler di Siniscola (48 lavoratori attualmente senza ammortizzatori sociali e altri 30 che lo saranno a partire dal 1 gennaio 2016)». (l.p.)