La Nuova Sardegna

Nuoro

sorgono

Oggi una marcia silenziosa in difesa dell’ospedale

SORGONO. Tutto è pronto per la manifestazione per salvare l’ospedale di Sorgono e i servizi. «Una lunga marcia per la dignità, la difesa dei diritti dei più deboli ed il diritto ad esistere» come l’h...

11 novembre 2015
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SORGONO. Tutto è pronto per la manifestazione per salvare l’ospedale di Sorgono e i servizi. «Una lunga marcia per la dignità, la difesa dei diritti dei più deboli ed il diritto ad esistere» come l’ha definita il sindaco di Atzara, Alessandro Corona che si terrà stamattina a Sorgono davanti al san Camillo. Una marcia silenziosa che culminerà in un incontro proprio davanti al nosocomio sorgonese. Sono previsti una serie di interventi da parte dei sindaci del territorio. Il primo sarà quello di Giovanni Arru, primo cittadino del capoluogo del Mandrolisai che porgerà i saluti e introdurrà i lavori. Seguiranno poi quello dei sindacati delle professioni mediche ed infermieristiche, tutti uniti senza distinzioni, della Rsu presso l’ospedale, degli studenti, delle associazioni di volontariato e della società civile. Atteso anche l’intervento dei parroci, anche loro in prima linea per tutelare gli ultimi. Che, al giorno d’oggi, sono anche coloro che non possono permettersi i settanta chilometri che li separano da Nuoro, i centocinquanta da Cagliari o Sassari per una visita medica che prima potevano fare a due passi. Il tutto per dei numeri che non tornano. Seguiranno anche gli interventi dei sindaci del Barigadu, anche loro coinvolti direttamente, visto che l’ospedale sorgonese serve anche Samugheo e centri limitrofi.

«Quella che è in corso – aggiunge il sindaco di Tiana Francesco Zucca, è una battaglia di civiltà – Non possiamo permettere la marginalizzazione dei nostri territori e delle nostre genti». Il sindaco di Meana sardo, presidente della conferenza di distretto, Angelino Nocco concluderà i lavori nel vivo auspicio «di una grande partecipazione popolare che dia un chiaro segnale a coloro che vogliono desertificare sottraendoci i servizi». (g.m.)

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