La Nuova Sardegna

Nuoro

Sorgono, la marcia dei tremila in difesa del San Camillo

di Giovanni Melis
Sorgono, la marcia dei tremila in difesa del San Camillo

Presenti studenti, insegnanti, medici, infermieri e cittadini Il sindaco Arru: «Questa è un’area con problemi complessi»

12 novembre 2015
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SORGONO. Un successo senza precedenti della manifestazione in difesa dei servizi e dell’ospedale. Almeno tremila persone si sono radunate a Sorgono in una manifestazione composta e colorata. Presenti gli studenti di ogni ordine e grado, insegnanti, medici, infermieri e tutta la società civile del comprensiorio Barbagia Mandrolisai. E poi la chiesa, tutte le sigle sindacali e tutti i sindaci in fascia tricolore. Il corteo è terminato davanti al’ospedale, luogo simbolo della protesta, da dove parte la voglia di riscatto del territorio.

«Siamo un territorio che ha problemi diversi rispetto alle altre zone – ha detto il sindaco di Sorgono, Giovanni Arru – e in Regione lo si dovrebbe capire. Isolamento geografico, rete stradale in pessime condizioni su tutto. Questa è una battaglia di democrazia e di diritti».

«Siamo in lotta contro i burocrati e i ragionieri – dice Alessandro Corona, sindaco di Atzara – che in questo momento approva il piano sanitario mentre qua un intero territorio dice loro che è ora di smetterla con i soprusi».

Durissima il sindaco di Tiana Laila Dearca: «A Cagliari devono smettarla di trattarci come una riserva indiana»; così com’è tagliente Gigi Littarru, da Desulo: «È ora di smetterla con la politica della scure sui servizi. Abbiamo sbagliato ad essere morbidi nel momento in cui è stato chiuso il reparto di ginecologia a Sorgono. Non commetteremo più lo stesso errore». Parole come macigni anche dal presidente della conferenza dei sindaci Angelino Nocco contro una regione «che ci penalizza sotto tutti i profili, al pari della provincia di Nuoro che attua una politica discriminatoria anche sulle strade. I problemi hanno radici antiche e non li hanno mai voluti risolvere. Ma ora basta. Non intendiamo fare passi indietro». Di politica contro i territori marginali hanno parlato anche Sebastiano Casula, Gualtiero Mameli e Antonello Secci, primi cittadini di Belvì, Aritzo e Gadoni chiedendo «attenzione e certezze per le aree penalizzate sotto i profili dei servizi e della viabilità». Durissimi i sindacati delle professioni mediche ed infermieristiche che parlano a chiare lettere di «tagli alla miseria, una negazione evidente di diritti costituzionalmente garantiti» promettendo «mobilitazione generale a tutti i livelli». Presente anche Efisio Arbau, sindaco di Ollolai che da tempo conduce una battaglia «per il mantenimento dello status di cittadini con dei diritti, oltre che dei doveri».

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