Sorgono, la marcia dei tremila in difesa del San Camillo
Presenti studenti, insegnanti, medici, infermieri e cittadini Il sindaco Arru: «Questa è un’area con problemi complessi»
SORGONO. Un successo senza precedenti della manifestazione in difesa dei servizi e dell’ospedale. Almeno tremila persone si sono radunate a Sorgono in una manifestazione composta e colorata. Presenti gli studenti di ogni ordine e grado, insegnanti, medici, infermieri e tutta la società civile del comprensiorio Barbagia Mandrolisai. E poi la chiesa, tutte le sigle sindacali e tutti i sindaci in fascia tricolore. Il corteo è terminato davanti al’ospedale, luogo simbolo della protesta, da dove parte la voglia di riscatto del territorio.
«Siamo un territorio che ha problemi diversi rispetto alle altre zone – ha detto il sindaco di Sorgono, Giovanni Arru – e in Regione lo si dovrebbe capire. Isolamento geografico, rete stradale in pessime condizioni su tutto. Questa è una battaglia di democrazia e di diritti».
«Siamo in lotta contro i burocrati e i ragionieri – dice Alessandro Corona, sindaco di Atzara – che in questo momento approva il piano sanitario mentre qua un intero territorio dice loro che è ora di smetterla con i soprusi».
Durissima il sindaco di Tiana Laila Dearca: «A Cagliari devono smettarla di trattarci come una riserva indiana»; così com’è tagliente Gigi Littarru, da Desulo: «È ora di smetterla con la politica della scure sui servizi. Abbiamo sbagliato ad essere morbidi nel momento in cui è stato chiuso il reparto di ginecologia a Sorgono. Non commetteremo più lo stesso errore». Parole come macigni anche dal presidente della conferenza dei sindaci Angelino Nocco contro una regione «che ci penalizza sotto tutti i profili, al pari della provincia di Nuoro che attua una politica discriminatoria anche sulle strade. I problemi hanno radici antiche e non li hanno mai voluti risolvere. Ma ora basta. Non intendiamo fare passi indietro». Di politica contro i territori marginali hanno parlato anche Sebastiano Casula, Gualtiero Mameli e Antonello Secci, primi cittadini di Belvì, Aritzo e Gadoni chiedendo «attenzione e certezze per le aree penalizzate sotto i profili dei servizi e della viabilità». Durissimi i sindacati delle professioni mediche ed infermieristiche che parlano a chiare lettere di «tagli alla miseria, una negazione evidente di diritti costituzionalmente garantiti» promettendo «mobilitazione generale a tutti i livelli». Presente anche Efisio Arbau, sindaco di Ollolai che da tempo conduce una battaglia «per il mantenimento dello status di cittadini con dei diritti, oltre che dei doveri».