La Nuova Sardegna

Nuoro

Raccolta delle olive, primi bilanci «Poco olio ma di buona qualità»

di Nino Muggianu
Raccolta delle olive, primi bilanci «Poco olio ma di buona qualità»

Parla Francesco Sotgiu, che a Orosei gestisce lo stabilimento per la macinazione Le Quattro Lune «Non ci sono grandi quantità e il clima mite ha influito sulla maturazione, ma la tecnologia ci aiuterà»

16 novembre 2015
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OROSEI. «È un’annata media, né bella né brutta, dipende dalle zone. Diciamo che siamo sulla falsa linea dello scorsa campagna di raccolta delle olive. Quest’anno la pianta non è riuscita a portare le olive alla giusta maturazione perché è mancato il freddo, che è fondamentale. Non saranno grandi quantità come nel passato ma oggi, grazie alle nuove tecniche di raccolta e soprattutto di macinazione con macchinari di ultima generazione che fanno la cosiddetta lavorazione a freddo, si fatica meno e la qualità dell’olio è nettamente superiore». Così Francesco Sotgiu della società Le Quattro Lune srl, titolare assieme ai figli dell’omonimo oleificio, uno dei tre che operano a Orosei, tra i centri più titolati in provincia per la coltura degli oliveti.

Il frantoio della famiglia Sotgiu opera sin dal 1968. Prima in via Muggianu: allora si trattava di un impianto a pressa della ditta Pieralisi, che per i tempi era all’avanguardia, il primo di quel genere arrivato ad Orosei . Dal 1980, l’azienda familiare si è spostata nel piano degli insediamenti produttivi in zona Zanzi, all’ingresso del paese arrivando da Galtellì. Un’azienda a conduzione familiare, dunque: la guida il signor Francesco con i figli Prospero e Salvatore che si alternano durante la giornata. Nei momenti di massimo conferimento , come in questi giorni, arriva l’aiuto di un ulteriore operaio.

«Adesso tutto è cambiato – dice Francesco Sotgiu – Prima a raccogliere le olive andavano le donne, si raccoglievano anche quelle cadute a terra, non de perdiavamusu una, si diceva allora. Adesso, con le macchine a disposizione come le scuotitrici meccaniche, si raccolgono solo quelle dalle piante. Ci si organizza in gruppi e un uliveto medio si fa in un paio d’ore. Prima la raccolta durava almeno tre mesi».

Per macinare 70 quintali di olive con le vecchie presse ci volevano 24 ore e con un numero più consistente di personale impiegato, un maggiore consumo di energia elettrica e di acqua.

«Oggi con lo stesso personale si lavora tre volte quella quantità di olive. Si fanno 180 quintali al giorno – dice Francesco Sotgiu – ma la cosa ancora più interessante è che il lavoro si può fare anche in camice bianco, quasi non ci si sporca. Tutto è automatizzato e computerizzato. Un impianto a getto continuo, ossia da una parte si buttano le olive e dall’altra esce l’olio, senza nessun intervento, nel giro di dieci minuti, la magia dell’olio color oro che scende nei contenitori. È cambiata anche la qualità – conclude Sotgiu – adesso in generale è di alta qualità nella media».

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