La Nuova Sardegna

Nuoro

L’emergenza tessili continua, l’accordo di agosto non decolla

di Tito Giuseppe Tola
L’emergenza tessili continua, l’accordo di agosto non decolla

Macomer, incontro in Regione dei sindacati per la ricollocazione urgente dei lavoratori senza mobilità Contini (Cisl) e Mattana (Cgil): «Gli strumenti individuati sono insufficienti, servono risposte subito»

27 novembre 2015
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MACOMER. L’accordo di agosto che avrebbe dovuto dare risposta all’emergenza degli ex tessili della provincia di Nuoro che hanno perso la copertura degli ammortizzatori sociali stenta a decollare. Le misure individuate per ricollocare i lavoratori e per dare sostentamento immediato a quelli che sono usciti dalla mobilità non hanno prodotto risultati. Norme di difficile interpretazione, limiti della normativa europea e soprattutto la burocrazia regionale non ne facilitano l’attuazione. Prima di togliere la briglia alla rabbia dei lavoratori, i quali nel corso delle ultime assemblee tenute a Macomer, Ottana e Siniscola hanno chiesto di riprendere con le iniziative di lotta dando vita a manifestazioni molto più incisive di quelle poste in essere alla fine dello scorso anno e nei primi mesi del 2015, i sindacati hanno tastato il polso alla Regione nel corso di un incontro di verifica tenuto ieri a Cagliari. Jose Mattana e Katy Contini, segretari dei tessili Cgil e Cisl, non sono soddisfatti delle risposte ottenute e del risultato col quale si dovranno poi presentare ai lavoratori. Quella della Regione è una politica dei piccoli passi, mentre l’emergenza di chi non ha più un reddito che prima era garantito dalla mobilità chiede risposte subito. A Cagliari si è parlato della delibera che ha allargato i cantieri verdi ai comuni di Siniscola e Posada, prima esclusi. I sindacati hanno chiesto alla Regione di allargarli anche ai comuni della Planargia e a quelli del Marghine e del Nuorese dove risiedono ex tessili usciti dalla mobilità. A Dualchi, Sindia, Birori, Bortigali, Silanus, ma anche a Gavoi, Sarule, Orotelli e altri paesi della zona risiedono ex dipendenti delle fabbriche tessili di Ottana e Macomer. Si è poi parlato di Flexicurity chiedendo di modificare le norme che la regolano in modo da consentire ai parenti degli ex tessili di inserirli nelle loro attività, ma pare che norme comunitarie non lo consentano. Sulla Flexicurity, invece, c’è stata un’informazione insufficiente e su questo si sta ora tentando di recuperare. Il bando per la misura Welfare to Work scade lunedì. I sindacati hanno chiesto di proprogare i termini. La richiesta è stata accolta, ma resta il problema che in provincia di Nuoro non ci sono aziende disposte ad assumere. Alcuni ex tessili hanno trovato qualcosa a Sassari e Alghero. È stato chiesto di estendere la misura all’autoimpiego, ma non è possibile, come non è possibile allargare gli aiuti dell’autoimpiego alle attività agricole che diversi vorrebbero avviare. Entro il 15 dicembre si terrà un nuovo incontro di monitoraggio dell’accordo che i sindacati hanno chiesto di allargare ai sindaci dei comuni interessati. «Come è emerso anche dalle assemblee dei lavoratori – hanno detto Katy Contini e Jose Mattana –, constatiamo ancora una volta che gli strumenti sono insufficienti. Servono risposte subito. I cantieri verdi possono darle, ma c’è una burocrazia assurda che rallenta tutto».

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