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Nuoro

Lanusei capitale dell’arte sarda nell’anno di Mario Delitala

di Giacomo Mameli
Lanusei capitale dell’arte sarda nell’anno di Mario Delitala

Le quattro lunette della Maddalena del pittore di Orani tornano nella volta del duomo cittadino Il Comune prepara una serie di convegni e gemellaggi. Il vescovo: anche la fede passa per le immagini

24 gennaio 2016
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LANUSEI. Per Mario Delitala (Orani 1887 – Sassari 1990) la “città ideale” era Lanusei. E interpretando quel dipinto anonimo della fine del 1400 aveva visto nell’Ogliastra e nel suo Comune leader un «luogo d’arte e di memoria». E così, novant’anni dopo aver affrescato il Duomo di Santa Maria Maddalena, il genio di Orani ha ritrovato la sua comunità «riconoscente per la scelta fatta». Questo 2016 – hanno annunciato ieri il sindaco Davide Ferreli e l’assessore Salvatore Acampora nell’aula del consiglio comunale col pubblico delle occasioni che contano con l’ex sindaco Riccardo Virdis e l’ex commissario Asl Evasio Di Martino – diventerà «l’anno di Mario Delitala» con una serie di convegni e gemellaggi per immortalare la figura di uno dei Grandi del Pantheon sardo dell’arte sarda ed europea. Gemellaggi che si faranno con alcune città siciliane (Trapani, Agrigento, Caltagirone, Palermo) dove Delitala aveva lavorato a lungo ma anche con Urbino dove aveva diretto per quattro intensi anni la prestigiosa Scuola del libro nota a livello internazionale e collocata negli spazi del Palazzo Ducale dei Montefeltro.

Non solo: si punta a riproporre l’Ogliastra intera come territorio di natura incontaminata e d’arte valorizzando l’attività di altri due giganti della pittura e della scultura, Maria Lai di Ulassai e Albino Manca di Tertenia.

Una serata – e un anno – all’insegna dell’arte. «Che eleva lo spirito, ci collega col mondo perché la pittura di Mario Delitala ha il linguaggio universale e dimostra che anche la fede passa per le immagini sacre», ha sottolineato il vescovo monsignor Antonello Mura. È stato Marcello, figlio maggiore di Delitala, a regalare al presule sette fotografie in bianco e nero della volta e del presbiterio della cattedrale scattate da Delitala nel 1926 e fatte stampare a Urbino.

Una volta impreziosita dalle quattro lunette della Maddalena proposte nel suo percorso umano e spirituale da donna peccatrice, sensuale e voluttuosa a esempio di redenzione e di santità. Con la Maddalena sono state restaurate anche due pale che rappresentano la Crocifissione e la Natività oltre ad altri paramenti sacri e statue lignee. E così la chiesa-duomo diventa «un luogo eccelso di arte religiosa» che restituisce «momenti di intensa bellezza tanto necessari in un mondo dominato da tragedie immani», ha sottolineato monsignor Mura.

Nell’aula del consiglio comunale campeggiavano due tele riprese da trittici conservati nella galleria Luigi Sturzo di Caltagirone e nel sacrario di Agrigento.

Una concessione, in commodato d’uso, fatta dal nipote di Delitala, Marcello e che arricchisce l’aula dell’assemblea già abbellita dalle immagini della volta celeste consegnate dai dirigenti dell’Osservatorio astronomico.

Il restauro delle opere di Delitala è avvenuto, oltre che a Macerata, nei laboratori dell’Istituto d’arte di Lanusei. Il vicepreside Rosario Agostaro ha spiegato le fasi del lavoro alle quali hanno partecipato gli alunni della scuola di Lanusei. In sala era presente anche la copia di un ritratto fatto da Mario Delitala al padre ed è stato realizzato da un’alunna di sedici anni. Il parroco, don Miuccio Stocchino, ha poi ricordato le frequenti visite di Delitala a Lanusei quando alloggiava all’hotel Selene.

Prossimi appuntamenti in estate e in autunno con convegni dedicati alla figura straordinaria di Delitala, non solo per il suo legame con Lanusei, ma per il valore universale delle sue opere sparse in tutt’Italia. Il Comune ha intanto stampato un opuscolo (“Il restauro delle opere d’arte della cattedrale Santa Maria Maddalena di Lanusei”) che verrà offerto ai cittadini che ne faranno richiesta e alle scuole.

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