La Nuova Sardegna

Nuoro

Orune, la pentolaccia a cavallo

di Paquito Farina
Orune, la pentolaccia a cavallo

Oggi pubblico delle grandi occasioni per l’appuntamento equestre organizzato dalla Pro loco

13 febbraio 2016
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ORUNE. È previsto il pubblico dei grandi eventi questo pomeriggio a Orune per assistere alla “Pentolaccia a cavallo” durante la quale si esibiranno centinaia di cavalieri provenienti dai quattro angoli dell'isola. La manifestazione, che come da tradizione si inquadra negli antichi riti che di fatto sanciscono la chiusura del carnevale barbaricino, è organizzata dalla Associazione Turistica Pro loco “Oronou”, in collaborazione con il sodalizio dei cavalieri di Orune e con il patrocinio dell'amministrazione comunale. A partire dalle ore 14,00, con acrobatiche discese in costume e in maschera i cavalieri tenteranno di colpire il bersaglio con un apposito bastone di legno e nel contempo, di fronte a centinaia di spettatori assiepati ai lati della strada principale, daranno vita a caroselli e figure acrobatiche per mostrare la loro abilità equestre. Il pomeriggio orunese sarà inoltre arricchito dalla sfilata dei “Tamburini e la Giara oristanese”, delle maschere tradizionali provenienti da Olzai, Mamoiada, Teti e naturalmente di Orune. Sarà infatti questa l'occasione per presentare al pubblico la maschera tradizionale di Orune, “Maimone e Pippetto”, figure carnevalesche derivanti da antichi riti silvestri. È grazie ad un accurato lavoro di ricerca intrapreso da Giovanni Mundanu, affiancato dalla preparazione e allestimento nei dettagli della maschera da parte di Giovanni Campana che il centro barbaricino ha potuto finalmente recuperare queste importanti tradizioni carnevalesche che negli ultimi decenni erano cadute nel dimenticatoio. Studi e ricerche che approderanno a breve in un convegno dove verranno coinvolti studiosi ed esperti delle maschere tradizionali barbaricine. “Maimone” era un grosso fantoccio di legno coperto di stracci, rivestito da un logoro gabbano di orbace, il volto ricavato da un pezzo di sughero, nero e sghignazzante in un sorriso beffardo e ironico e sul capo a volte gli venivano poste le corna di un caprone. "Pippetto" invece, piccolo e goffo, era vestito con un lercio costume, issato su di un carretto trainato da un asinello, portato di casa in casa dove gli veniva offerto da bere. Sopra il carretto, al suo fianco, due macabre figure, “sos Mintitisces” (i diavoli). Questi ultimi avevano un compito molto importante: sostenere Pippetto durante tutto il tragitto e offrirgli da bere il vino generosamente offerto dalla cittadinanza. «Vogliamo che la Pentolaccia a cavallo diventi un appuntamento tradizionale del carnevale orunese» hanno dichiarato Mariataresa Carta e Giovanni Gattu, presidente e segretario della Pro loco.

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