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Due fucili artigianali con tubi metallici, allevatore arrestato

Due fucili artigianali con tubi metallici, allevatore arrestato

ORANI. Un arresto per detenzione illegali di armi clandestine e munizioni. Gonario Siotto, 55enne, di Orani è così finito nel carcere di Badu ’e Carros a Nuoro. L’operazione dei carabinieri del...

09 marzo 2016
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ORANI. Un arresto per detenzione illegali di armi clandestine e munizioni. Gonario Siotto, 55enne, di Orani è così finito nel carcere di Badu ’e Carros a Nuoro. L’operazione dei carabinieri del reparto squadriglie di Nuoro, impegnati in un servizio a largo raggio nelle campagne di Nuoro e Orani, disposto dal comando provinciale, si è chiusa così, con un arresto e con tre persone denunciate. Sono state controllate numerose aziende che, in alcuni casi, sono state perquisite alla ricerca di armi, esplosivi illecitamente detenuti o materiale provento di furto. Nel corso dell’attività di controllo presso un’azienda, molto vasta, di un allevatore di Orani, in località Liscoi, i militari hanno rinvenuto, nascosto in un rocciaio, un fucile artigianale prodotto con alcuni tubi metallici, comunemente utilizzati nei lavori di idraulica, perfettamente adattato per poter esplodere cartucce da caccia calibro dodici. L’arma era efficiente e funzionante con meccanismi di mira e grilletto, facilmente trasportabile e occultabile.

Nel prosieguo delle operazioni i carabinieri hanno recuperato, nascosto sotto una pensilina di una pertinenza dell’azienda, un altro fucile di analoghe fattezze. Anche questo perfettamente funzionante con un meccanismo che fungeva da grilletto e una camera di scoppio rinforzata. Sono state recuperate, dai militari, anche sette cartucce da caccia a palla unica, calibro 20 e calibro 12. Al termine delle operazioni i militari hanno arrestato per detenzione illegale di armi clandestine e munizioni, Gonario Siotto, che su disposizione del sostituto procuratore di turno è stato portato alla Casa circondariale di Nuoro. Sono stati denunciati a piede libero anche tre persone, tutte di Orani, che aiutavano l’allevatore nella conduzione dell’azienda ritenuti anche loro responsabili della detenzione delle armi e munizioni.

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