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Su Facebook insulti ai sardi e alle maschere tradizionali

di Mattia Sanna
Su Facebook insulti ai sardi e alle maschere tradizionali

MAMOIADA. Insulti ai sardi: la rete insorge ma la pagina non viene chiusa da Facebook. «Gli standard della comunità risultano rispettati» è la vergognosa e sorprendente risposta che ricevono quanti...

16 marzo 2016
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MAMOIADA. Insulti ai sardi: la rete insorge ma la pagina non viene chiusa da Facebook. «Gli standard della comunità risultano rispettati» è la vergognosa e sorprendente risposta che ricevono quanti provano a far chiudere l’indirizzo.

Non è sufficiente, dunque, l’indignazione degli utenti del web, scaturita di fronte ad una nuova pagina fondata al solo scopo di offendere l’isola e i suoi abitanti.

Probabilmente creata da un autore seriale, che si diverte a prendere di mira la Sardegna. L’ennesimo tentativo di sminuire e svilire la storia millenaria della regione e le tradizioni, custodite gelosamente come un patrimonio inestimabile, messe in ridicolo da considerazioni insensate.

La viltà e gratuità dei contenuti ingiuriosi, esposti all’interno della pagina “Tutto Sui Sardi Gold”, pertanto, corredati perfino dalle foto di giovanissimi barbaricini, quasi fosse una lista di proscrizione, ha fatto nascere una sorta di passaparola, con una moltiplicazione di segnalazioni al gestore del social network e reazioni indignate.

Una insurrezione decisa, che ha non ha, tuttavia, convinto il social di Mark Zuckerberg a bloccare la pagina. Tanto che si pensa di presentare apposita denuncia alla polizia postale. «Utilizzare i bambini per denigrare un intero popolo è un reato» commenta giustamente un signore. Fa davvero specie, dunque, la posizione avanzata da Facebook, il quale non ravvisa alcun incitamento all’odio, nemmeno su base razziale o etnica.

Ad essere prese di mira, d’altra parte, sono le soprattutto le maschere mamoiadine dei Mamuthones e Issohadores, ritratte nelle sfilate dei bambini e accompagnate da deliranti scherni. Espressioni inaccettabili perfino in un contesto dove la libertà di pensiero e opinione viene garantita.

Espressioni, che riportano alla mente la riflessione esposta qualche tempo fa dal grande Umberto Eco, scomparso recentemente. «I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli».

Una considerazione quest’ultima facilmente condivisibile analizzando il pensiero di qualche ignoto esagitato, che decide di prendere di mira un popolo, tacciandolo di arretratezza ed esponendolo al pubblico ludibrio per via delle proprie usanze e dei propri costumi, riletti e interpretati con gli occhi dell’ignoranza, senza saperne leggere il significato, l’importanza, la magia, il fascino e la bellezza.

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