La Nuova Sardegna

Nuoro

L’Ascom chiede tempi certi per la riapertura della “129”

L’Ascom chiede tempi certi per la riapertura della “129”

Macomer, quando ci fu la chiusura per il viadotto i commercianti dimezzarono le vendite Auto e camion per il momento continuano a passare: ci sono solo dei cartelli di divieto di transito

17 marzo 2016
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MACOMER. Formalmente la strada è chiusa perché c’è un’ordinanza della Provincia che lo dispone, e c’è anche il segnale di divieto di transito (quello col cerchio rosso su fondo bianco) che vieta di entrare in una strada sulla quale non è consentita la circolazione nei due sensi di marcia, ma i mezzi hanno continuato a passare in entrambe le direzioni anche dopo mezzogiorno. Non tutti sanno che il tratto della ss. 129 da Macomer al bivio di Birori è chiuso al traffico perché c’è il pericolo che dal costone prima di Macomer si stacchi e cada a valle una roccia, che finirebbe inevitabilmente sulla strada. I due segnali, appena visibili all’inizio delle due direzioni di marcia, non sono preceduti dalle indicazioni per deviare sui percorsi alternativi. Non è da escludere che compaiano nei prossimi giorni, anche perché quei due segnali da soli creano incertezza, se non pericolo. Bastano e avanzano, però, per togliere il sonno ai commercianti di Macomer, i quali sanno bene a quali conseguenze stanno andando incontro. Lo hanno infatti sperimentato quando, durante i lavori di realizzazione del viadotto del rio S’Adde, la strada restò chiusa per due anni dal 2005 al 2007. Una parte consistente della clientela proveniente dai paesi del Marghine dirottò su Oristano e Sassari. Ci furono allora attività che dimezzarono le vendite. Il presidente dell’Ascom di Macomer, Roberto Melis, e il direttivo, per il quale erano presenti Anna Recanati, Giuseppe Salaris, Maria Pintus e Umberto Cossu, hanno lanciato l’allarme nel corso di una conferenza stampa tenuta ieri mattina e hanno diffuso un comunicato nel quale, pur sostenendo la necessità di un intervento urgente che metta in sicurezza la strada dal pericolo di frane e salvaguardi l’incolumità delle persone, pongono anche la necessità di fare presto per evitare che accada come dieci anni fa, quando in due anni le attività commerciali di Macomer persero buona parte della clientela dei paesi del Marghine. «Una perdita di clienti che hanno preferito puntare su altri centri per gli acquisti abituandosi ad altri percorsi – si legge nel comunicato –, con la conseguente drastica diminuzione delle vendite e degli incassi da parte degli esercizi di Macomer. Vogliamo pertanto invitare le istituzioni, e chi ha competenza sul caso, a vigilare attentamente perché non si ripeta una tale situazione prendendo gli opportuni provvedimenti in tempi brevissimi per riaprire un asse viario della massima importanza per la città». Purtroppo i tempi non saranno brevi. La Provincia, proprietaria della strada, ha annunciato la convocazione di una conferenza di servizi per la quale non è stata ancora fissata la data. Poi ci saranno i tempi burocratici. L’Ascom ha suggerito di rivolgersi al Reggimento Genio: «Che sa come operare in sicurezza – ha detto Roberto Melis – e risolvere la situazione in breve tempo, magari anche con minori costi di un intervento complesso da appaltare». (t.g.t.)

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