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Pistolettata contro due giovani: non era tentato omicidio

Pistolettata contro due giovani: non era tentato omicidio

BORORE. Cade l’accusa più grave, quella di tentato omicidio, e con sé si porta dietro anche uno sconto di pena. Scende così da sei a cinque anni la condanna per Giampaolo Deidda, originario di...

24 marzo 2016
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BORORE. Cade l’accusa più grave, quella di tentato omicidio, e con sé si porta dietro anche uno sconto di pena. Scende così da sei a cinque anni la condanna per Giampaolo Deidda, originario di Busachi, che era accusato di aver sparato contro il motocarro Ape dove a bordo c’erano due giovani di Borore con i quali aveva avuto precedentemente un litigio. Il processo di appello ha quindi raccontato una verità differente rispetto al primo grado, quando al termine del rito abbreviato Giampaolo Deidda era stato condannato per tentato omicidio e la detenzione illegale di una pistola. Secondo il primo giudice era quella che aveva sparato contro il motocarro su cui viaggiavano i due amici Giovanni Murinu e Cristian Scarpa. Un’auto si era affiancata all’Ape Piaggio e da lì era partito il colpo di pistola che aveva infranto entrambi i finestrini senza però ferire i passeggeri.

Dopo la condanna a sei anni, il processo ha avuto un esito diverso in appello. Il procuratore generale ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado, ma hanno fatto breccia tra i giudici le tesi prospettate dall’avvocato difensore Giancarlo Frongia che aveva ritenuto che non ci fossero gli estremi per contestare il tentato omicidio. E così è andata, con la condanna che è scesa a cinque anni, ma per la sola detenzione illegale della pistola. Ora si attendono le motivazioni della sentenza che serviranno per capire come mai i giudici siano arrivati a conclusioni differenti rispetto a quelle del primo grado di giudizio quando il racconto dei ragazzi vittime dell’agguato era stato ritenuto credibile. Nel marzo del 2015, i due amici, dopo lo sparo, avevano chiesto l’intervento dei carabinieri raccontando di aver avuto poco prima un alterco con Giampaolo Deidda e che questi li aveva seguiti con la propria auto. Una volta affiancatosi all’Ape aveva esploso il colpo contro l’abitacolo dove i due passeggeri sedevano. (e.c.)

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