La Nuova Sardegna

Nuoro

LE STORIE

Le lunghe file per il permesso di soggiorno

di Stefania Vatieri
Le lunghe file per il permesso di soggiorno

Le testimonianze davanti alla questura di Nuoro dei cinquanta somali sbarcati dalla Libia

15 aprile 2016
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NUORO. Ashmal Amed ha appena 17 anni, ma i suoi occhi hanno visto più di quanto avrebbe voluto. Fuggito dalla Somalia insieme ad altre centinaia di migranti «perché da noi non sai se l'ora dopo sei ancora vivo» come lui stesso ha raccontato con un inglese masticato all'ingresso della questura di Nuoro, ieri mattina aspettava il suo turno per il tanto agognato permesso di soggiorno insieme agli altri 50 profughi somali — con un'età media di 18/20 anni — che due giorni fa hanno tentato di imbarcarsi ad Arbatax con documenti falsi. Ashmal è arrivato a Cagliari il 21 marzo a bordo di una nave mercantile stracarica di disperati, dopo essere stati recuperati in mezzo al mare. Rischiano tutto, anche la vita pur di scappare dall'inferno in cui vivono per raggiungere l'Europa. «È stata molto dura – racconta il giovane Ashmal – per raggiungere le coste della Libia abbiamo attraversato il deserto, ci sono volute settimane prima di arrivare, qualcuno di noi purtroppo non ce l'ha fatta – racconta con lo sguardo perso nel vuoto mentre in fila aspetta il suo turno per l'identificazione e il fotosegnalamento –. In Somalia ho lasciato i miei genitori e i miei sette fratelli, non ho più contatti e non so se sono ancora vivi. Dopo che mi verrà rilasciato il permesso di soggiorno con la richiesta di asilo politico, partirò per Roma e da lì alla volta della Germania per raggiungere dei parenti», taglia corto Ashaml, dicendo di non fidarsi molto dei giornalisti. Dall'inizio del 2016 nella provincia di competenza della questura di Nuoro sono stati accolti e sistemati nei cinque centri di accoglienza di Tonara, Olzai, Sarule, Ilbono e Sadali, ottanta profughi ai quali si aggiungono i trenta arrivati ieri a Cagliari, e i cinquanta somali appunto,provenienti da alcuni centri d'accoglienza dell'isola (Cagliari, Sassari e Porto Torres ) ma fermati ad Arbatax.

« Arrivano tutti dalle coste libiche – ha spiegato ieri mattina il vice questore vicario Giusy Stellino, da due giorni alle prese con l'emergenza –. È molto difficoltoso gestire i profughi provenienti dalla Somalia perché spesso rifiutano l'identificazione – spiega Stellino –. Grazie alla sinergia della questura di Nuoro, dei carabinieri, del sindaco di Tortolì e della Caritas siamo riusciti a gestire l'emergenza. Fino ad oggi gli scafisti erano soliti portare i profughi fino alle nostre coste, ora li abbandonano in mezzo al mare al confine delle acque internazionali su barconi stracarichi, indicandogli la rotta da seguire per poi scappare via sui gommoni – aggiunge–. Stasera (ieri ndr ) dopo aver espletato le procedure, verranno riportati a Tortolì e da lì, se vorranno, potranno imbarcarsi regolarmente per Civitavecchia.

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