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Nuoro

L’appello del sindaco «A Lodè non c’è più un farmaco salvavita»

L’appello del sindaco «A Lodè non c’è più un farmaco salvavita»

Graziano Spanu scrive al ministero e alla Regione «L’anticoagulante è scomparso, la situazione è pericolosa»

19 aprile 2016
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Stanco di aspettare una svolta che non sembra arrivare, ma soprattutto preoccupato, non solo come sindaco ma anche come farmacista, che la salute dei suoi compaesani possa essere messa in pericolo per l’assenza di un farmaco, il sindaco di Lodè, Graziano Spanu, in queste ore ha preso carta, penna e computer e scritto direttamente al ministero della Sanità e all’assessorato regionale competente.

In una pagina di foglio A4, il primo cittadino del paese, chiede un intervento urgente perché nella farmacia di Lodè e in quelle dei paesi vicini non si trova più il farmaco Sintrom. «Questo medicinale, l’acenocumarolo – scrive Graziano Spanu – è un farmaco anticoagulante orale assunto per fluidificare il sangue e renderlo meno incline alla formazione di coaguli. Lo stesso risulta non più disponibile nelle comuni farmacie dietro presentazione di regolare ricetta medica, né risultano in commercio farmaci assimilabili a detto prodotto».

Il primo cittadino di Lodè nella stessa lettera spiega che l’assenza di questo farmaco creai notevoli problemi «ai pazienti che hanno necessità dell’uso quotidiano di questo medicinale, e questo sta portando gli utenti a vibrate proteste e al vero e proprio mettere in pericolo la salute dell’utenza con costi aggiuntivi per il servizio sanitario nazionale».

Il primo cittadino di Lodè, Graziano Spanu, inoltre, lo precisa, che «chi scrive, oltre a essere sindaco di un territorio montano distante 55 minuti dal primo Pronto soccorso, svolge le attività di farmacista da una vita e pertanto è vicino sia da un punto di vista professionale, sia di rappresentante della comunità delle esigenze quotidiane, dei pazienti/utenti, e nulla può fare per sopperire e trovare soluzioni compatibili con le esigenze degli stessi».

La situazione, insomma, sul fronte del farmaco anticoagulante è piuttosto seria. Per questo, il primo cittadino di Lodè in queste ore ha deciso di chiedere al ministero e alla Regione di porvi rimedio, e di farlo in modo immediato.

«Compito primario della politica – scrive nella stessa lettera che porta la data di ieri, 18 aprile – è quello di soddisfare le esigenze dei cittadini e se gli stessi risultano appartenenti a fasce deboli, stimolare sempre di più lo Stato o gli enti autarchici competenti agli interventi immediati. Mi sia consentito, pertanto, il presente sfogo, atto a stimolare nelle signorie illustrissime una immediata sensibilità affinché nel breve si trovi una soluzione che non metta a rischio l’incolumità dei nostri concittadini». (v.g.)

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