La Nuova Sardegna

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Nasco e bovale di Ortueri La sfida dei nuovi mercati

di Giovanni Melis
Nasco e bovale di Ortueri La sfida dei nuovi mercati

ORTUERI. La recente edizione di Magasinos apertos ha confermato l’attrazione del pubblico verso i vini di Ortueri. La manifestazione va in archivio, con un buon successo di pubblico e tanti progetti...

26 aprile 2016
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ORTUERI. La recente edizione di Magasinos apertos ha confermato l’attrazione del pubblico verso i vini di Ortueri. La manifestazione va in archivio, con un buon successo di pubblico e tanti progetti per l’avvenire. Per il piccolo centro del Mandroliasi, la sfida è quella del mercato, in cui fa giungere i suoi potentissimi vini con base bovale. Oltre che quelli con uvaggio misto, i moscati e il pregiatissimo nasco. La manifestazione era organizzata dall’Associazione Magasineris, dall’amministrazione comunale, con la collaborazione delle associazioni paesane e dell’agenzia Laore. Tra i punti di forza, senza dubbio l’itinerario nelle cantine del paese, autentici di scrigni di storia della vinificazione. Al pari di Sorgono, Atzara e Meana Sardo, Ortueri vanta una tradizione antichissima di lavorazione dei vigneti e dell’arte di realizzare il vino. Si differenzia dagli altri centri per la particolare ricerca nei cultivar delle uve e nella specializzazione. Dalle cantine ortueresi infatti arriva il celebre Nasco locale, ormai prodotto sempre in minori quantità ma di qualità eccellente. Quanto ai rossi la predilezione è verso il bovale, che viene coltivato secondo la locale ricetta e poi vinificato sempre tenendo conto dei sistemi connottos, seguiti scrupolosamente dai vignaioli locali.

Una ricetta che non accetta compromessi, né col mercato e neppure con gli standard. Una costante resistenziale che ha consentito di conservare nel tempo un vino strutturato, con gradazioni alte e un sapore unico, inconfondibile. E su queste basi parte la sfida dei produttori locali per il futuro. In paese infatti esistono da tempo delle cantine che si sono ricavate le loro nicchie di mercato. Il vino della cantina Carboni è arrivato persino in Brasile, ove è particolarmente apprezzato.

Una attività iniziata tanti anni fa da Giuseppe Carboni. Ha partecipato ad alcuni concorsi enologici internazionali, ottenendo dei premi con i vini di punta Balente e Galante. Altra realtà è la cantina Suele, di Tonino Carboni, pluripremiato con Surgiaga, che esporta in Germania. Poi ci sono i tanti produttori locali che intendono conquistare il loro spazio. Al convegno organizzato con la collaborazione di Laore, è emersa l’esigenza di caratterizzare il prodotto e quella di dare un marchio riconoscibile a tutte le produzioni locali. L’area tipica, quella del Mandrolisai, è già nota come terra di vini aromatici. Occorre caratterizzarsi meglio. E su questo profilo l’amministrazione, guidata dal dottor Pierluigi Corriga, intende investire molto, auspicando in una costanza collaborazione con i viticoltori. Il rilancio di Ortueri passa anche per il folk: le maschere tipiche de is Sonaggiaos e l’area archeologica sono stati apprezzati dai visitatori durante il fine settimana.

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