Il vescovo invita alla solidarietà
Un incontro intitolato “Quale futuro per una comunità ferita”
GAIRO. Sabato pomeriggio, organizzato dalla diocesi d’Ogliastra e dalla parrocchia, si è svolto un importante incontro dal titolo “Quale futuro per una comunità ferita”. L’incontro, inserito negli appuntamenti diocesani per il giubileo della misericordia, si è tenuto nella sala polifunzionale del Comune, alla presenza di un numeroso pubblico. Hanno partecipato, il vescovo Antonello Mura, il parroco di Gairo – agli ultimi mesi del suo mandato pastorale nella comunità– don Tito Pilia e la professoressa Eva Cannas, di Mamoiada. I lavori sono stati moderati da Stefano Doneddu. «Forte – ha detto Doneddu – è stato il messaggio del vescovo, che ha invitato tutti alla speranza per il futuro, e a farsi portatori nel paese del perdono e della “misericordia del Padre”, come recita lo slogan del giubileo della misericordia, nella comunità di Gairo, ferita dai tragici eventi che ne hanno sconvolto la vita e minato dalle fondamenta la serenità e la convivenza pacifica. L’invito del parroco, Don Pilia, è stato quello di riscoprire e far rivivere oggi l’ambiente familiare, fatto di unità, di solidarietà, di una fede viva e profonda, che caratterizzava la comunità di Gairo Vecchio». Particolarmente toccante e coinvolgente l’intervento della professoressa mamoiadina Eva Cannas, alla quale anonimi assassini nei primi anni Settanta uccisero due fratelli, Graziano e Serafino. Cannas ha ribadito con forza quanto già fece alla presenza di Giovanni Paolo II a Nuoro nel 1985. «La mia famiglia – ha detto – ha scelto la strada della legge e del perdono, e così facendo ha voluto infrangere le regole di un codice, quello della vendetta, non scritto ma, per tacito consenso, osservato quasi con scrupolo da molti». Parole molto forti e significative, pronunciate in una comunità, quella di Gairo, che come quella di Mamoiada in passato, pare vivere avvolta come in un nero sudario di dolore. (l.cu.)