La Nuova Sardegna

Nuoro

Mistero Cristinzio, gli investigatori: «Chi sa, adesso parli»

di Gianna Zazzara
Mistero Cristinzio, gli investigatori: «Chi sa, adesso parli»

L’insegnante di Orosei è scomparsa l’11 luglio di tre anni fa Il capitano Senes: «Il territorio battuto palmo a palmo»

13 luglio 2016
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OROSEI. «Nessuna pista è stata esclusa, neanche quella sullo scambio di persona». Il comandante dei carabinieri di Siniscola, il capitano Andrea Senes, ha seguito il caso di Irene Cristinzio fin dal giorno della sua scomparsa, quel maledetto 11 luglio di tre anni fa. « Un vero e proprio giallo. Un testimone ci ha riferito che l’insegnante era probabilmente finita per sbaglio nelle mani di un commando per un sequestro lampo. Il vero obiettivo, secondo la testimonianza, era un’imprenditrice veneta che in quei giorni era in vacanza ad Orosei», spiega Senes. Una donna che assomigliava come una goccia d’acqua a Irene Cristinzio. «Dalle indagini, però, non è emersa alcuna prova che possa suffragare questa ipotesi». Il sequestro lampo, sempre secondo il testimone, sarebbe stato organizzato da una donna ucraina, una socia in affari del compagno dell’imprenditrice veneta. «L’ucraina non è mai stata rintracciata e comunque non ci sono prove che in quei giorni fosse a Orosei», confida il capitano.

Il marito della Cristinzio, invece, è certo che il sequestro lampo sia l’unica ipotesi plausibile. «Non c’è altra spiegazione», ha ripetuto domenica scorsa, con la figlia accanto, durante un corteo organizzato dall’associazione Penelope «per non dimenticare Irene e chiedere un salto di qualità nelle indagini».

Quella mattina Irene esce di casa intorno alle 7.30 per la sua passeggiata mattutina. Dice al marito che sarebbe rientrata dopo un’ora. «Così facciamo colazione insieme», propone a lui e al figlio grande, Salvatore, che vive a Milano e che in quei giorni era in vacanza a casa dei genitori. Invece Irene non torna. All’inizio i familiari pensano a un malore e vanno a cercarla su quella strada di campagna che lei percorreva ogni mattina per tenersi in forma. Ma Irene sembra svanita nel nulla. Non si trovano neanche i due telefonini che la donna aveva con sé. Allarmati, i parenti lanciano l’allarme ai carabinieri e iniziano le ricerche.

«L’abbiamo cercata per più di un mese battendo canali, campagne, sentieri. Abbiamo sentito tutti, i familiari, le amiche, i vicini di casa – ricorda il capitano Senes– Sono arrivate anche le unità cinofile». Ma di Irene nessuna traccia. Scomparsa.

Dov’è finita, dunque, questa insegnante 65enne in pensione che viveva per i figli e l’amato nipotino? «Il problema è che nessuno ha visto niente – dice ancora Senes – . Un testimone ha riferito di averla vista tra via Europa e via Porru, a 100 metri da casa sua, tra le 8.20 e le 8.25, ma ci sono altre persone che affermano di averla vista anche più tardi. Cosa si può fare ancora? Il territorio è stato battuto palmo a palmo, più volte. L’unica svolta può venire da una segnalazione, qualcuno che ci dica qualcosa di utile. È l’unica speranza che abbiamo. Il territorio, ripeto, è stato setacciato metro per metro».

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