La Nuova Sardegna

Nuoro

Nell’ovile 70 chili di droga arrestati quattro giovani

Nell’ovile 70 chili di droga arrestati quattro giovani

Nelle campagne di Borore irruzione in un casolare sperduto pieno di marijuana In carcere anche il proprietario dell’ovile per detenzione di armi clandestine

17 luglio 2016
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NUORO. Il blitz è scattato nel cuore della notte. I carabinieri erano da giorni sulle tracce di quattro giovani di Borore che trascorrevano le loro notti fuori di casa e rientravano in paese poco prima dell’alba. Quando sono stati certi che i quattro erano tutti all’interno di un casolare, immerso nel buio in una zona impervia nelle campagne tra Borore, Dualchi e Silanus, nella località di “Mura barbaras”, i militari hanno fatto irruzione. E hanno fatto una scoperta incredibile: oltre venti chili di marijuana già lavorata, pesata e pronta per essere immessa sul mercato dello spaccio e poi un’altra cinquantina di chili da rilavorare e preparare per la vendita. Oltre 200mila euro il valore sul mercato.

Alessio Manca, 23 anni, Massimo Arca, 34 anni, entrambiu pregiudicati, e Dario Deriu, 22 anni, sono rimasti stupiti e non hanno potuto neppure tentare una reazione: sono stati immediatamente bloccati e arrestati. Alberto Piras, 19, anni, è invece riuscito a divincolarsi e darsi alle fuga nelle campagne. «Abbiamo provato a inseguirlo – ha spiegato il maresciallo Giuseppe Masia, comandante della stazione di Borore, che in queste settimane di appostamenti ha lavorato con il vicebrigadiere Marco Masia e gli appuntati Giuseppe Pinna e Luca Fadda – ma dopo qualche decina di metri abbiamo preferito desistere per timore che intorno potesse esserci qualche vedetta armata, come era accaduto in Campania qualche mese fa quando è morto un nostro collega proprio dopo aver scoperto una piantagione di marijuana. Anche perchè nella sua precipitosa fuga, Piras aveva perso i documenti e così siamo andati ad aspettarlo al suo arrivo a casa poco dopo: aveva ancora gli indumenti sporchi e puzzava di droga».

Mentre i carabinieri (nell’operazione sono stati impegnati i militari delle stazioni di Borore, Birori, Silanus e della Compagnia di Macomer con l’ausilio degli uomini dello squadrone dei Cacciatori di Sardegna) coordinati dal capitano Giuseppe Pischedda, stavano controllando il casolare hanno notato che lo scarico del deumidificatore era posizionato in un buco su una parete che non finiva all’esterno ma in un’altra sala. Sono così andati a fare un’ispezione e hanno scoperto che c’era una sala mungitura. I militari sono così risaliti al proprietario dell’ovile e l’hanno accompagnato sul posto. Giampaolo Ibba, 53 anni, di Borore, si è inizialmente mostrato sorpreso per quello che ha visto nella sala adibita a lavorazione della marijuana e quindi con lui hanno eseguito un’ispezione nell’azienda formata da più casolari. E in uno di questi hanno notato un vecchio frigorifero chiuso con un lucchetto. L’hanno aperto e sono rimasti sbalorditi. All’interno c’erano un fucile semiautomatico Beretta calibro 12 con la matricola abrasa, una canna mozzata adattabile alla stesso fucile, un fucile ad aria compressa di inaudita potenza, 31 cartucce calibro 12, 9 cartucce calibro 9 parabellum del tipo usato dalle forze armate e 6 cartucce calibro 7,65. Così, anche per Ibba sono scattate le manette.

Il magistrato di Oristano che ha coordinato le indagini ha disposto l’arresto dei quattro giovani per detenzione di sostenze stupefacenti, mentre per il proprietario dell’ovile l’accusa è di detenzione di armi clandestine.

L’operazione è stata seguita dal comandante provinciale di Nuoro, colonnello Saverio Ceglie, che ha fatto scattare il blitz solo quando i suoi uomini gli hanno assicurato che i quattro erano nel casolare. Nel grande stanzone in cui Massimo Arca, Alessio Manca, Alberto Piras e Dario Deriu erano impegnati a lavorare i 20 chili di droga da immettere sul mercato, probabilmente in questo fine settimana, i carabinieri hanno recuperato altri 50 chili di scarti di lavorazione, che erano stati accuratamente sistemati in bustoni di cellophane per essere ri-lavorati e venduti. Ma sul tavolo c’erano anche alcune boccette di diluente sintetico utilizzato per amalgare le infiorescenze e una spada katana. Ora i carabinieri sono impegnati nella ricerca della piantagione da dove i quattro prelevavano la marijuana. (plp)

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