La Nuova Sardegna

Nuoro

In quei costumi la storia di un’isola

di FRANCESCO PIRISI
In quei costumi la storia di un’isola

L’appuntamento con la sfilata è per domani, il via alle 10 Sessantatré gruppi folk in arrivo da tutta la Sardegna

27 agosto 2016
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di FRANCESCO PIRISI

Sessantatré gruppi in rappresentanza delle aree storiche dell'isola, nel cartellone della 116esima festa del Redentore. L'appuntamento è per domani, domenica 28 agosto, a partire dalle 10, con partenza dal Quadrivio Il tragitto prevede l'attraversamento di via La Marmora, dotata di una prima tribuna e dove alcuni gruppi saranno chiamati a esibirsi nel ballo e nel canto. Danze anche in piazza delle Grazie, dove ci sarà posto a sedere nella seconda tribuna e nella scalinata del santuario dei Giuseppini. Poi il Corso, via monsignor Bua e chiusura nel sagrato della cattedrale Santa Maria della Neve. I protagonisti riceveranno la benedizione del vescovo, secondo un'usanza dove il momento profano si salda alla fede, da cui ha origine l'intera sagra.

Una processione senza il battere degli zoccoli dei cavalli e il tintinnio della loro bardatura per la festa. Questo per la semplice ragione che fantini e amazzoni hanno deciso di non esserci. La prima formula della sfilata li voleva fuori dal passaggio nel Corso, per motivi legati alla sicurezza. Hanno protestato e dichiarato di non volerci stare, considerando la cosa una “diminutio” del ruolo usuale e della stessa professionalità nel governare i destrieri. Il limite è stato superato dalla commissione sulla sicurezza pubblica, ma ormai il solco tracciato è talmente ampio da rendere improbabile una marcia indietro nel dissenso.

I costumi riempiranno il percorso, con figure, fogge e colori che raccontano della terra, delle tradizioni, dell'economia. Nella lista Cagliari con il gruppo del quartiere Villanova. Sassari presenzierà con il sodalizio folcloristico Accuvacamus. L'altro capoluogo del Campidano, Oristano, ha già reso omaggio al Redentore domenica scorsa con la formazione dei trombettieri e tamburini della Sartiglia, durante la sfilata delle maschere tradizionali. Il patrimonio locale di costumi e canti sarà rappresentato dai gruppi Amici del Folclore, il Coro di Nuoro e il tenore Santu Carulu. Nel cartellone Iglesias, Cabras, Sant'Antioco, Sestu, Muravera, Sennori, Ittiri, Ozieri, Samugheo, Busachi, con i barbaricini di Desulo, Orgosolo e Dorgali. Per loro prima la sfilata e dopo l'esibizione al campo “Franco Frogheri”, nel festival regionale del folclore, a iniziare dalle 19. Tra le presenze ammirate negli anni la conferma del gruppo “Figulinas”, di Florinas, reduce dalla rassegna internazionale nel paese. Alessandro Chessa, che con la voce accompagna “su Ballu tundu logudoresu”: «Il Redentore per noi è una festa irrinunciabile. Siamo presenti in maniera continua da 28 anni. La bellezza della sfilata? L'affetto della gente, la considerazione di chi ti chiede il ballo, la canzone». Una ricorrenza dai tratti “autentici”, a tradurre le parole di Chessa e altri figuranti della sagra. L'arrivo dei forestieri è pressoché certo, considerata l'elevata presenza nelle coste. Così come non mancheranno le comunità del circondario, fatte da tanti intenditori, in grado di giudicare e assegnare il voto popolare a modelli di abiti e gioielli, oltre ai tessuti con i quali le sarte hanno cucito “camisa, imbustu, tzipone e fardetta”, per le donne, “tzipone in guresi” (in orbace), “camisa e cartzones” per gli uomini, dai colori vari, anch'essi immutati e dunque tipici.

Accanto alla sfilata, la ricorrenza religiosa, che si svolge il giorno dopo, lunedì, nel parco della cima. Alle 11 il pontificale officiato dal vescovo Mosè Marcìa. L'omaggio di fede avrà come prologo la processione dalla cattedrale al monte, con partenza alle 6 del mattino, passaggio davanti alla Solitudine, prima della salita nel serpentone d'asfalto per sette chilometri. Quest'anno le ore antimeridiane saranno segnate dalla benedizione della lapide collocata da poco sotto il Redentore. Vi è il messaggio di ringraziamento a Gesù Cristo, scritto nel 1901 da Leone XIII perché fosse adottato dalle venti comunità regionali, per avere ricevuto il dono di statue e cappelle del Giubileo, ma finito per un secolo tra le scartoffie di un archivio. L'iniziativa è del comitato Monte Ortobene Ultima Spiaggia, che lavora per il rilancio della montagna sopra Nuoro. Obiettivo non secondario anche nel programma dei festeggiamenti, che unisce l'amministrazione municipale e le associazioni del capoluogo. Sulla scelta le parole di Marcello Seddone, alla seconda ricorrenza da assessore del Turismo: «Abbiamo chiesto il loro contributo e la risposta è stata positiva. Pensiamo anche per questo motivo sia il miglior cartellone di eventi tra quelli possibili, con l'impegno a fare ancora di più negli anni a venire».

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