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Successo della campagna “Io non rischio”

di Bernardo Asproni
Successo della campagna “Io non rischio”

Gli stand di piazza Asproni presi d’assalto dai cittadini e dalle scolaresche del paese

18 ottobre 2016
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BITTI. La campagna di comunicazione nazionale “Io non rischio” sulle buone pratiche di protezione civile, realizzata in raccordo con le Regioni e i comuni interessati, ha coinvolto larghi strati della comunità locale. Sono stati due giorni intensi che ha visto la Protezione Civile e il mondo della ricerca schierati in prima linea.

A Bitti, in tanti si sono avvicinati al gazebo di piazza Asproni. In particolare da segnalare la puntuale presenza delle scolaresche, interessate a recepire il messaggio della prevenzione dei rischi. E non poteva essere diversamente, visto la devastazione causata nel paese dal Ciclone Cleopatra il 18 novembre 2013.

In cattedra, quindi, sono saliti i volontari dell’associazione Croce Azzurra-Protezione Civile di Bitti, con in testa il presidente Giovanni Cumpostu e il delegato della Protezione Civile Michele Tordo.

Ed è così all’iniziativa nazionale che ha registrato la partecipazione di circa settecento piazze si sono uniti anche i volontari della protezione civile di Bitti. Depliant e cartografia alla mano per approfondire tematiche più importanti, i volontari si sono addentrati su diversi argomenti, a partire dal concetto di alluvione e di aree a rischio, viste sia a livello nazionale, che con riferimenti preciso al territorio bittese.

Per i giovanissimi in particolare si è proceduto anche attraverso quiz, rendendo più divertente la conoscenza pedagogica dell’argomento, per una approccio più completa su come funziona l’allertamento.

«È stato un vereo successo - ha sottolineato Cumpostu – sono state compilate 180 schede di presenza, senza contare le scolaresche. Un giudizio positivo – ha aggiunto – è stato espresso anche da un funzionario della Protezione civile e da un formatore del dipartimento, venuti a Bitti per l’occasione. Da ricordare che, a suo tempo, dieci giovani di queesto paese avevano seguito un corso. Perché, come si è detto più volte imparare a prevenire e ridurre gli effetti dell'alluvione è un compito che riguarda tutti noi. Ognuno deve dare il propreio contributo – ha concluso Cumpostu – sia in famiglia che a scuola, tra gli amici e nei posti di lavoro».

Insomma, alla fine della due giorni di “Io non rischio” tutti sono risultati più informati. Un’iniziativa che ha permesso di porre in chiaro aspetti che spesso rimangono sconosciuti.

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