La Nuova Sardegna

Nuoro

Atzara, Cortes all’insegna della tradizione

di Giovanni Melis
Atzara, Cortes all’insegna della tradizione

Non solo gastronomia e buon vino. Successo per il percorso dedicato alla lavorazione della lana

22 novembre 2016
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ATZARA. Cortes Apertas ad Atzara si è confermata una straordinaria occasione di promozione per i prodotti locali. Con una vetrina ampia che va dal comparto agroalimentare, alla manifattura di tessuti e all'artigianato. Una sagra fruibile a misura di turista che ha condensato non solo il meglio della produzione locale, ma anche tanti aspetti della gastronomia barbaricina. Dai formaggi locali e di Ovodda, ai dolci di Desulo, i marroni di Belvì, il miele e l'artigianato di Austis. Tutto proveniente da una filiera locale, da piccoli artigiani che cercano di portare all'attenzione dei turisti prodotti legati alla microdistribuzione del circuito. Per trovarli bisogna recarsi nelle piccole manifestazioni o nelle sedi di produzione. Così come è stato valorizzato il percorso dei tessuti; molto visitato l’allestimento curato da Maurizio Savoldo, che da anni ha recuperato le essenze per le tinture e lavorazione della lana. In un ambiente particolare, riemergono dal passato lavori, colori che richiamano il territorio e le sue erbe coloranti. Dalla via della lana e della seta, a quella del velluto, dove le creazioni della sartoria Serra riportano ad un passato che riemerge prepotente. Il percorso segue poi la via della seta, ovvero la realizzazione dell’abito tradizionale atzarese, con i caratteristici costumi, noti per i ricami e il caratteristico copricapo, che finalmente si aggiravano per le vie del paese, indossati dai giovani che accompagnavano i turisti in tutte le destinazioni. «Atzara – spiega il sindaco Alessandro Corona– ha intrapreso un percorso alternativo alle Cortes massificanti. La via del vino, de su pane e saba, della cultura pittorica e il percorso del gusto, da su pane e saba agli altri dolci, è un percorso semplice concentrato e improntato alla tradizione». Sotto il profilo del merchandising, si sono visti segnali apprezzabili per le varie cantine; ognuna sta lavorando ad etichettare il prodotto e alla sua presentazione. «È un percorso culturale difficile – spiega Corona – soprattutto per chi vive la viticoltura in maniera tradizionale. I successi del nostro vino nei vari concorsi e le menzioni in guide importanti, non tolgono quell'attaccamento alla terra dei nostri viticoltori. L’atzarese vive per la terra, con la quale rimane a contatto per gran parte della giornata. il prodotto ne è conseguenza. Se il nostro vino acquisisce prestigio e consenso è dovuto anche a questo fatto».

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