La Nuova Sardegna

Nuoro

I killer volevano uccidere Muroni

I killer volevano uccidere Muroni

Borore, tre o quattro le fucilate sparate contro l’allevatore davanti al cancello della sua azienda

05 dicembre 2016
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BORORE. Fuoco incrociato. Erano almeno due i killer che hanno sparato per uccidere Gavino Muroni, nella campagna di “Funtana Manai”, al confine tra i territori di Borore e di Dualchi. Uno dei due killer mancati era probabilmente nascosto dietro un grande macigno poco distante dall’ingresso del terreno dell’allevatore, l’altro invece era dietro il muretto a secco che costeggia la stretta stradina di penetrazione agraria che, dalla provinciale che collega Borore con Ottana, si perde nelle misteriose campagne del Marghine.

Tre fucilate, forse quattro. A pallettoni. Tutte indirizzate contro Gavino Muroni, 41 anni, proprietario di quel vasto appezzamento di terreno in cui ha realizzato un’azienda modello, con una cinquantina di bovini da latte, che ha fatto crescere grazie alle sue mani d’oro nel preparare formaggi e ricotte prelibate, di ottima qualità e quindi molto richieste dai consumatori, tanto da essere riuscito in breve tempo a costruirsi un canale commerciale importante anche oltre i confini del suo paese.

I killer volevano uccidere Gavino Muroni perché sono rimasti nei loro nascondigli protetti dal buio fino a quando l’aiutante dell’allevatore, Pietro Derudas, 27 anni, anche lui di Borore, non è sceso dall’auto per andare a chiudere in cancello in ferro dell’azienda. Solo in quel momento sono partite le fucilate. Tre, forse quattro, in rapida successione, che hanno forato il parabrezza della Fiat Stilo grigia proprio all’altezza del conducente e frantumato i finestrini degli sportelli della fiancata destra. Ma la pioggia di pallettoni non ha neppure sfiorato Gavino Muroni, che dopo un attimo di sbandamento è riuscito a sgattaiolare fuori dall’abitacolo e, anche con l’aiuto del buio, ad allontanarsi verso il cancello della sua azienda per trovare riparo dietro il muretto a secco. I killer non hanno neppure provato a seguirlo e così mentre lui e Pietro Derudas si davano alla fuga a piedi, cercando di allontanarsi il più velocemente possibile dal luogo dell’agguato, sono scappati facendo perdere le loro tracce nella notte.

Gavino Muroni ha cercato riparo all’interno della sua azienda, mentre Pietro Derudas ha vagato per qualche minuto in direzione di Borore fino a quando non ha ritrovato il segnale del telefono cellulare e ha così potuto chiamare il padre e chiedere aiuto: «Ci hanno appena sparato in campagna». In un attimo la notizia dell’agguato è arrivata alla fidanzata del giovane che ha immediatamente allertato il 113. Alcune pattuglie del commissariato di Macomer, al comando del dirigente Inti Piras, sono arrivate a “Funtana Manai”. Gli agenti trovato Gavino Muroni all’interno della sua azienda, mentre Pietro Derudas è stato ritrovato dai carabinieri del Nucleo radiomobile di Ottana, arrivati per dare manforte alla polizia, nelle campagne che costeggiano la strada provinciale 33 che collega Dualchi a Borore.

Erano entrambi terrorizzati, ma illesi. I due sono stati sentiti immediatamente dagli investigatori, ma non hanno saputo fornire alcuna indicazione utile per risalire ai killer che sono spuntati dal buio all’improvviso cogliendoli alla sprovvista. Gli agenti del commissariato di Macomer, della squadra mobile di Nuoro e gli specialisti della scientifica hanno lavorato per tutta la notte e anche ieri mattina a “Funtana Manai” alla ricerca di elementi utili per risalire ai killer e ricostruire nei dettagli l’agguato. E stanno scavando nel passato dell’allevatore per cercare di capire il movente del fallito agguato.

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