La Nuova Sardegna

Nuoro

Frana nella provinciale Bitti-Onanì

di Bernardo Asproni
Frana nella provinciale Bitti-Onanì

Le piogge hanno provocato lo smottamento di un costone: danno già riparato

07 dicembre 2016
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BITTI. La tanto attesa pioggia, sopraggiunta sotto forma di forte acquazzone nel pomeriggio di lunedì e nella notte sino all'alba di martedì, ha causato smottamenti e distacco di massi dalla parete rocciosa della SP3 in vari tratti dell'ampio curvone tra i km 2 e 3, da Bitti nella direttiva per Onanì-Lula. Per fortuna non ci sono state conseguenze anche per il pronto intervento delle squadre dei Vigili del fuoco di Nuoro, dei tecnici e cantoniere della Provincia, dei carabinieri della Compagnia di Bitti e dei vigili urbani di Onanì e Bitti. La prima operazione è stata quella di liberare il fondo stradale dai massi più o meno di media grandezza e dal terriccio.

A titolo precauzionale è stata sbarrata una corsia e il traffico dirottato nell'altra corsia, che costeggia il fiume "Penetessa", in attesa di un intervento di bonifica della porzione rocciosa interessata al fenomeno. È, comunque, tutto il costone lungo alcune centinaia di metri a monte che resta fragile e desta paura. Anche se il tormentone di avantieri e di ieri notte non è paragonabile a Cleopatra, in tutti è ancora vivo le rovine che ha causato il nefasto evento del 18-19 novembre 2013, che nel tratto Bitti-Onanì-Lula ha distrutto quattro ponti, causato smottamenti vari, oltre ad aver distrutto, nei territori dei 3 paesi, strade rurali, culture specializzate, pascoli e a Bitti, in particolare, anche gli argini tombati del centro abitato.

Oltre queste rovine materiali, nessuno ha dimenticato la scomparsa di Giovanni Farre, che aveva cercato scampo nel tetto della casa di campagna, nel suo podere di "Monte Tunnu" a alcuni km di distanza dal "curvone": il suo corpo trasportato dalla furia dell'acqua dello straripante fiume "Penetessa" non è stato ritrovato. La gente attende la pioggia propizia per i campi e volge il naso all'insù mentre la situazione tende alla normalità. Ma lo stato di allarme, comunque, persiste.

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