La Nuova Sardegna

Nuoro

Simulò il furto della sua Porsche Cayenne, Mesina a processo

La cava in cui fu incendiata la Porsche Cayenne di Mesina
La cava in cui fu incendiata la Porsche Cayenne di Mesina

L'ex primula rossa del banditismo sardo è accusata di truffa

09 gennaio 2017
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NUORO. Dopo la recente condanna a 30 anni per associazione per delinquere inflittagli dal tribunale di Cagliari, Graziano Mesina subirà un altro processo davanti al giudice monocratico di Nuoro. L'ex primula rossa del banditismo sardo è accusata, in concorso con altri, di aver simulato il furto e il successivo incendio della sua Porsche Cayenne nel marzo del 2013, allo scopo di truffare un'assicurazione intascando i soldi del danno.

Mesina si doveva presentare stamattina alla prima udienza, che però è stata rinviata al 16 gennaio per legittimo impedimento dei suoi avvocati, Maria Luisa Vernier e Beatrice Goddi. Il furto risale al 26 marzo 2013, mentre Mesina e il suo autista, pranzavano in un ristorante di Villagrande. Poi una telefonata dei «ladri» all'ex primula rossa del Supramonte, che a suo dire, si erano scusati con lui, dicendo di non sapere che il Suv fosse il suo e dandogli indicazioni per il ritrovamento.

L'auto era stata incendiata e ritrovata in una cava dismessa del Montalbo qualche giorno dopo. Secondo i giudici di Nuoro si è trattato di una messa in scena per truffare l'assicurazione. Stamattina la citazione diretta e l'inizio del processo per Mesina che si trova rinchiuso nel carcere nuorese di Badu 'e Carros.

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