La Nuova Sardegna

Nuoro

Orani, via al carnevale “Su Bundhu” sfila per cacciare il male

di Michela Columbu
Orani, via al carnevale “Su Bundhu” sfila per cacciare il male

Domani la prima uscita ufficiale delle maschere tradizionali Il falò per Sant’Antonio Abate nella piazza davanti al Rosario

15 gennaio 2017
3 MINUTI DI LETTURA





ORANI. «Ove non sia possibile eliminare i residui di paganesimo, si tenti di cristianizzarli, perché col tempo si perda il ricordo del culto primitivo e rimanga soltanto quello rivolto al vero Dio». Parte da questa indicazione a Ospitone da parte di Papa Gregorio Magno il processo di cristianizzazione che ha preservato in Sardegna, e in particolare nella Barbagia, quei riti pagani che ancora oggi vengono praticati. Dal 600 d.C. a oggi sono passati più di 1400 anni, e il rito di Sant’Antonio de su ocu, continua a essere vissuto come propiziatorio per la nuova annata agricola. Orani è, con Mamoiada, Ottana, Orotelli e Fonni, una delle comunità barbaricine dove al rito religioso e prettamente cristiano della messa in onore del Santo e la benedizione del fuoco, segue quello pagano della prima uscita delle maschere. Su Bundhu è infatti la figura attraverso la quale si esorcizza la prossima annata per ottenere buoni raccolti. Ma non solo, l’augurio di fertilità si estende anche alla comunità e alle sue dinamiche economiche e sociali. «Il fuoco viene benedetto e quindi cristianizzato – spiega il parroco don Riccardo Fenudi riferendosi al legame tra i concetti pagani e cristiani – poiché rappresenta la luce, una delle immagini di Gesù. Oltre che rappresentazione dello Spirito Santo. Sant’Antonio continua a rimanere nei secoli una delle figure più popolari e a cui ci si rivolge maggiormente, oltre che uno dei nomi più utilizzati». Nella comunità ai piedi di Monte Gonare il fuoco principale è quello che viene acceso nella piazza antistante la Chiesa del Rosario con l’impegno della Proloco e dell’amministrazione comunale. Ma almeno altri cinque fuochi, sparsi nei vicinati, richiamano la comunità a un momento di unione e condivisione.«Rappresenta un momento di socialità – continua Don Fenudi – che raduna tutta la popolazione».

Partecipato e di grande attrattiva per la scenografia che si viene creare è il momento che dà il via al Carnevale: dopo la benedizione del falò, infatti, si dà il via al rito inscenato dai componenti dell'associazione che preserva la figura de Su Bundhu. «Maschera in sughero con un grande naso e grandi orecchie, vestito di “vresi” nero (orbace), cambali e forcone – è la spiegazione dettagliata di Tore Mureddu, presidente dell’associazione – figure metà uomo e metà buoi, animali sempre presenti nelle fasi di lavorazione della terra. Loro sono le forze che scacciano il male: rappresentano il vento che assieme a su Maimone (l’acqua) si apprestano a seminare, ma prima devono sconfiggere su Bundhu biancu, che li ostacola nella pratica agricola e che quindi va domato». L’atto propiziatorio e l’esistenza della maschera, per la quale sono stati fatti diversi studi, riportano a documenti del 1700 e rappresentano una piccola parte dell’articolato sistema di tradizioni e cultura di Orani.

In Primo Piano

Video

Sassari, il sindaco Nanni Campus: «Il 25 aprile è stato strumentalizzato, anche io ho ceduto sbagliando clamorosamente»

L’intervista

L’antifascismo delle donne, la docente di Storia Valeria Deplano: «In 70mila contro l’oppressione»

di Massimo Sechi
Le nostre iniziative