La Nuova Sardegna

Nuoro

Firme false a Orgosolo, sospeso il sindaco: si va verso il voto

Paolo Merlini
Dionigi Deledda, sindaco di Orgosolo
Dionigi Deledda, sindaco di Orgosolo

La Prefettura applica la legge Severino nei confronti di Deledda in seguito al divieto di dimora deciso dal gip Cozzella

24 gennaio 2017
4 MINUTI DI LETTURA





NUORO. La Prefettura ha sospeso dalle funzioni il sindaco di Orgosolo Dionigi Deledda, sotto accusa nell’ambito dell’inchiesta sulla falsificazione delle firme delle liste che hanno portato alla sua elezione nel giugno 2016. È l’applicazione della cosiddetta legge Severino, la normativa che dal 2012 stabilisce le disposizioni in materia di incandidabilità per persone che abbiano riportato condanne anche di primo grado o sulle quali gravino misure coercitive. È il caso di Deledda, il quale dal 24 dicembre scorso è sottoposto al divieto di dimora a Orgosolo, cioè il Comune che dovrebbe amministrare.

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:nuoro:cronaca:1.14723012:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/nuoro/cronaca/2017/01/16/news/orgosolo-il-sindaco-non-puo-tornare-in-paese-1.14723012]]

Di nuovo alle urne? Cosa accadrà adesso alla giunta e al consiglio comunale del paese barbaricino? La guida del paese era già passata al vice sindaco Salvatore Podda in seguito al provvedimento di fine anno (anche se in un’intervista Deledda aveva detto di amministrare il Comune a distanza, per telefono), che dunque salvo dimissioni di massa potrebbe restare in carica per i prossimi 18 mesi (questa è la durata massima della sospensione stabilita dalla legge Severino). In realtà la legge sugli enti locali in vigore dal 2000 prevede (articolo 53) che in casi quali la sospensione del sindaco si debba procedere allo scioglimento anticipato del consiglio e a nuove elezioni. Un provvedimento conseguente che deve essere comunque adottato dalla Regione insieme con il ministero dell’Interno.

Quale che sia dunque l’esito dell’indagine, ancora in corso, nei confronti di Deledda in merito alla presunta falsificazione delle firme delle liste elettorali, è probabile che il provvedimento di scioglimento possa arrivare a stretto giro di posta, e dunque gli orgolesi potrebbero tornare al voto già nei prossimi mesi. Un sostanziale ritorno al gennaio del 2016, quello del Comune barbaricino, dopo le dimissioni presentate proprio da Dionigi Deledda e dalla sua giunta che avevano portato all’arrivo di un commissario straordinario in municipio.

La prima inchiesta. Anche allora la procura della Repubblica di Nuoro aveva chiesto, per mano del sostituto Andrea Vacca, il divieto di dimora a Orgosolo per Deledda, richiesta respinta dal giudice per le indagini preliminari Mauro Pusceddu che pure aveva rinviato a giudizio il sindaco e vari componenti della sua giunta (compreso l’attuale vice sindaco Podda) nell’ambito dell’inchiesta sull’appalto dei lavori al campo sportivo. Ma Deledda e i suoi assessori nel frattempo si erano già dimessi dai rispettivi incarichi.

Arriva il commissario. Nei mesi successivi in municipio a Orgosolo era arrivato un commissario straordinario nominato dalla Regione, Felice Corda, con il compito di amministrare il paese e indire nuove elezioni. Il suo lavoro evidentemente aveva trovato il favore di larga parte della cittadinanza, se è vero che alcuni mesi dopo le forze politiche della minoranza (tra cui il Pd) avevano proposto che tutti i partiti si facessero da parte, non presentando liste elettorali e lasciando così in mano al commissario Corda le redini del Comune in attesa di un “rasserenamento del clima politico”. Una sorta di sospensione democratica per ristabilire una serenità che evidentemente negli ultimi mesi era venuta a mancare.

La lista civetta. L’appello, certo singolare, non era stato raccolto da Deledda e i suoi, convinti che si dovesse comunque andare al voto. L’ex sindaco aveva così raccolto vari esponenti della precedente maggioranza e presentato la lista “Orgolesi”, che vinse le elezioni nonostante fosse andato a votare appena il 26,88 per cento dei cittadini. La lista concorrente, “Murales”, ottenne soltanto 47 voti, alimentando nei più la convinzione che si trattasse di una lista civetta, ispirata unicamente per evitare il superamento del quorum dei votanti, passo necessario laddove si fosse presentata un’unica lista. Così, per la terza volta, Deledda era tornato ad amministrare il proprio paese sia pure con il voto di ottocento cittadini su 4300 abitanti.

A rompere le uova nel paniere aveva pensato il commissario straordinario Corda, che in seguito a un’inchiesta interna aveva rimosso dal’incarico la segretaria comunale Gloria Fiore, la quale all’atto della presentazione delle liste avrebbe autenticato firme poi risultate false, almeno secondo l’inchiesta della procura della Repubblica avviata dal pm Andrea Ghironi sulla base delle indagini del commissariato di polizia di Orgosolo. Accuse che hanno convinto il gip Claudio Cozzella a disporre il divieto di dimora a Orgosolo per l’ex sindaco e, appunto, per la segretaria, che nelle scorse settimane è stata sospesa anche dall’incarico che ricopriva a Oliena. Nell’ambito della stessa inchiesta, è notizia dei giorni scorsi l’iscrizione nel registro degli indagati di altre 37 persone: sono accusate di favoreggiamento personale per il ruolo svolto durante la presentazione delle liste.

In Primo Piano
Trasporti

Numeri in crescita nel 2023 per gli aeroporti di Olbia e Cagliari, in calo Alghero

Le nostre iniziative