La Nuova Sardegna

Nuoro

Sindaci pronti alla rivolta per salvare le scuole

di Michela Columbu
Sindaci pronti alla rivolta per salvare le scuole

Tagli e dimensionamento, da Ovodda a Gavoi, da Tonara a Teti, Olzai e Tiana «La Regione sta mortificando la volontà di una intera popolazione»

16 febbraio 2017
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GAVOI. Il mancato accorpamento di Ovodda all’Istituto comprensivo di Gavoi, nel piano di dimensionamento scolastico che è stato approvato dalla giunta regionale proprio qualche giorno fa, ha generato nel territorio non pochi malumori. In primis da parte dei protagonisti di questa vicenda, gli amministratori e tutta la popolazione del Comune di Ovodda guidati dal sindaco Cristina Sedda che a novembre, in completa autonomia avevano deliberato di aderire all’istituto comprensivo che raggruppa gli studenti oltre che del paese guidato da Giovanni Cugusi, anche di Ollolai, Olzai e Lodine. Decisione che era scaturita «da un dialogo che viene portato avanti da diversi anni – spiegarono allora motivando la decisione – avvalorata dalla progettualità nata in seno all’Unione Comuni Barbagia, che raggruppa otto Comuni barbaricini che stanno progettando insieme azioni che possano rafforzare la rete di servizi sovracomunali».

Ovodda invece secondo la Regione dovrà continuare, almeno per l’anno scolastico che verrà, a programmare la sua scuola assieme a Tonara, Teti e Tiana. «La Regione ha scelto di non scegliere mortificando la volontà di un’intera popolazione – è stato il commento amareggiato del primo cittadino di Ovodda – scegliendo quindi di continuare a indebolire una realtà piuttosto che migliorare la condizione della scuola». Al momento infatti l’istituto comprensivo di Tonara è gestito dal preside dell’Istituto comprensivo di Atzara, condizione che per gli ovoddesi risulta svantaggiosa. Ma nel territorio, oltre a quelle dei diretti interessati, ci sono state le reazioni di diniego anche da parte degli altri sindaci dell’Unione Barbagia (presieduta da Antonio Congiu) e degli stessi dirigenti, corpo docenti e dipendenti dell’Istituto comprensivo di Gavoi.

«La giunta regionale non tiene conto dello sforzo dei comuni per la creazione di una scuola di territorio e per garantire il diritto allo studio – scrivono i primi cittadini –. Nonostante l’iniquità delle linee guida regionali sul dimensionamento scolastico e una legislazione che non guarda alla specificità dei territori montani è intenzione dei comuni barbaricini proseguire nell’impegno e nella lotta per promuovere la nascita di istituti che uniscano le diverse realtà scolastiche aderenti al medesimo ambito territoriale». I sindaci dell’Unione Comuni Barbagia sottolineano inoltre che la decisione della Regione va contro l’opinione della Seconda commissione del Consiglio regionale che nell’analizzare la situazione barbaricina ha «condiviso pienamente l’iniziativa dell’Unione dei Comuni Barbagia di adottare, anche con i comuni limitrofi, una comune strategia in materia di istruzione. In particolare, va in questa direzione la decisione del comune di Ovodda di aderire all’istituto comprensivo di Gavoi. Tale decisione, che non indebolisce l’autonomia scolastica di Tonara, costituisce il presupposto per impostare una programmazione scolastica territoriale coerente con le esigenza specifiche della Barbagia». Le fasce tricolori sottolineano l’importanza infine di una legge ad hoc che riconosca le specificità territoriali e non risponda a mere questioni numeriche. Dello stesso parere anche l’Istituto compensivo di Gavoi che indirizza una lettera alla Regione. «Sono anni che lavoriamo per abbattere i campanili – scrivono – condividiamo le tante scelte di chi ha voglia di spendersi e agire con noi per il bene di tanti bambini e ragazzi, allontanando le divisioni che moltiplicano distanze, diffondono veleni e interrompono qualunque dialogo. Parliamo a nome del personale, dei genitori e degli alunni dell’Istituto comprensivo di Gavoi. Siamo rimasti allibiti. Presidente! perché l’amministrazione regionale vuole creare nel nostro territorio scuole senza autonomia? Chiediamo di essere cittadini uguali agli altri, rivendichiamo il nostro stare insieme in un unico istituto là dove molte delle nostre attività convergono sul piano didattico e di crescita culturale. Chiediamo l’impegno alla giunta regionale a rivedere la delibera sul dimensionamento. Ai nostri sindaci chiediamo di rafforzare le richieste anche con un atto forte e incisivo volto ad avere risposte concrete».

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