La Nuova Sardegna

Nuoro

Sistema museale, assolto dalla calunnia

di Enrico Carta
Sistema museale, assolto dalla calunnia

Macomer, il presidente della Fondazione Prometea rischiava la condanna a due anni dopo una denuncia boomerang

07 marzo 2017
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MACOMER. Una calunnia che non c’è mai stata. La sentenza di assoluzione chiude il processo stralcio nato da quello principale sull’assegnazione della gestione del Sistema museale macomerese che invece deve ancora essere affrontato. Sergio Muroni, 42 anni, presidente della Fondazione Prometea di Macomer, si era ritrovato di fronte al giudice per le udienze preliminari Elisa Marras per aver preso dure posizioni contro chi lanciava accuse sulle procedure con cui era stato affidato l’appalto sulla gestione dei beni culturali comunali. Quest’ultimo difendeva l’iter burocratico che era finito nel mirino della magistratura, con il pubblico ministero Armando Mammone che aveva chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio di Rossana Muroni e dello storico dell'arte cagliaritano Roberto Concas, accusati di turbativa d’asta.

Sergio Muroni era finito sotto indagine a seguito di una querela per calunnia che, stando a quel che sosteneva l’accusa che aveva chiesto anche la condanna a due anni, era stata commessa ai danni dell’archeologa nuorese Isabelle Paschina. Quest’ultima utilizzando il classico post su Facebook aveva sollevato i suoi dubbi sulle mosse che avevano portato all’assegnazione dell’appalto alla Fondazione Prometea. Sergio Muroni che della fondazione è presidente aveva quindi denunciato per diffamazione l’archeologa, ritenendo offensivo e non veritiero quel post. Il problema è che quella denuncia si era rivelata un boomerang all’indomani dell’apertura del filone principale dell’inchiesta. Nel momento in cui il pubblico ministero riteneva ci fossero dei reati commessi al momento dell’assegnazione dell’appalto, la diffamazione veniva a cadere e con essa si portava dietro l’accusa di calunnia. Ma a parti invertite tanto che Isabelle Paschina si era costituita parte civile assistita dall’avvocato Giuseppe Longheu.

Si è arrivati quindi al processo per Sergio Muroni, difeso dall’avvocato Caterina Culeddu Dore, che si ritrova ora con un’assoluzione in tasca, fatto che potrebbe anche avere qualche influenza sulla tranche principale del procedimento.

Lo si capirà magari con le motivazioni che hanno portato alla sentenza di ieri che chiude questo primo capitolo di una vicenda assai complessa che ha ancora molto da raccontare nella aule del tribunale di Oristano con echi che si faranno sentire anche nel versante della politica macomerese.

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