La Nuova Sardegna

Nuoro

Orune in festa per i cinquant’anni di sacerdozio di monsignor Sanna

di Paqujto Farina
Orune in festa per i cinquant’anni di sacerdozio di monsignor Sanna

Folla nella chiesa di Santa Maria Maggiore, la stessa dove l’arcivescovo di Oristano fu ordinato «Questo è il punto di partenza: avere fiducia. Stabiliamo quindi un giusto rapporto con Dio»

20 marzo 2017
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ORUNE. Ieri pomeriggio ad Orune una grande folla di fedeli e autorità si è raccolta nella chiesa di Santa Maria Maggiore per festeggiare i 50 anni di sacerdozio dell’arcivescovo di Oristano monsignor Ignazio Sanna, che qui è nato nel 1942 e qui ha ricevuto gli ordini l’11 marzo del 1967. La “grande gioia comunitaria” è stata esternata dal parroco don Michele Muledda che nel saluto di benvenuto ha ricordato «l’affetto e stima di cui gode nel suo paese natale, dove l’arcivescovo ritorna spesso, memore di quelle che sono le sue profonde radici spirituali e culturali».

Don Muledda ha letto alcuni toccanti ricordi dei parrocchiani, come quelli legati alla prima Messa dell’arcivescovo e alla processione, accompagnato dalla madre e dai padrini, quando con il lancio dei grani la folla gli urlava “auguri di santità”.

Il ricordo di una fedele che, quando l’alto prelato rientrò per l’ordinazione di don Francesco Mariani, «rimase colpita dalle tante greggi di pecore incontrate per strada, e pensò a come Gesù stesso esaltò la categoria dei pastori, premiando e concedendo ad Orune tanti pastori della Chiesa».

Ed altri ancora, tutti bellissimi e toccanti i momenti vissuti ieri pomeriggio dalla comunità di Orune, un caloroso alveo di rimembranze spirituali che don Muledda ha sintetizzato con i versi di Leonardo Berria: «Comente in cuddhu tempus, chi narìmus de Gesù, canno sos doichi Isce hat mannadu, e oje n’ammentamus, chin bois Missegnore e jà bragamus. Baze chin Deus a Domo Papale e a-inoche torredas Cardinale». Il sindaco Michele Deserra ha portato i saluti «della comunità orunese che mi onoro di rappresentare – ha detto –, felici e orgogliosi di celebrare questo importante traguardo episcopale di un grande uomo, che ha scelto di vivere con Cristo al servizio di Dio con gioia ed entusiasmo e di farlo nella stessa parrocchia di Santa Maria della Neve dove prese i voti. «Bentornato carissimo, qui respira aria di famiglia – ha esordito Giovanna Goddi, che ha portato i saluti del Consiglio pastorale – e tutti noi. La ringraziamo di cuore per aver scelto di festeggiare anche qui i suoi 50 di sacerdozio, nella stessa chiesa dove è stato ordinato sacerdote e dove ha imparato a pregare, accompagnato dalla fede e dai genitori. Qui sentì la voce che lo chiamò a Gesù e siamo sicuri che oggi i ricordi si sono fatti vivi, in particolare nella sua anima. La sua presenza è sempre seme fruttuoso per le nuove vocazioni».

Durante l’omelia l’arcivescovo Sanna, rivolgendo in apertura i dovuti ringraziamenti alla comunità religiosa e alle autorità per la festosa e calorosa accoglienza, ha parlato del «bisogno di pace, di cui il paese di Orune ha tanto bisogno, come gli uni degli altri, perché da soli non ce la possiamo fare».

«La parrocchia la dobbiamo intendere come una famiglia, un’unica famiglia – ha proseguito –. Stabiliamo quindi un giusto rapporto con Dio, un giusto bisogno di Dio. Da lui siamo sempre perdonati, anche se siamo peccatori, questo è il punto di partenza, avere fiducia. La minaccia di oggi è la pretesa di riuscire a vivere come se Dio non esistesse. Pensate che nella laicissima Francia tutti i candidati alle prossime elezioni fanno appello al mondo cattolico, alla riscoperta del bisogno di Dio – ha detto – un’esperienza che io faccio nelle carceri, negli ospedali, dove si soffre. Ritroviamo quindi la strada dell’interiorità partendo dal questo sentimento – ha concluso monsignor Ignazio Sanna – partendo da questo paese che ha avuto il dono di tanti sacerdoti, colombi e promotori di pace».

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