La Nuova Sardegna

Nuoro

Giro d’Italia, la vetrina sulle bellezze barbaricine

di Valeria Gianoglio
Giro d’Italia, la vetrina sulle bellezze barbaricine

Un milione e mezzo di persone incollate alla tv e più di 10mila lungo il percorso

08 maggio 2017
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NUORO. Un milione e 571mila spettatori, secondo i dati dell’Auditel, sabato pomeriggio sono rimasti incollati alla tv per vedere sfrecciare tra le strade del Nuorese la carovana dei ciclisti alla seconda tappa del Giro d’Italia numero 100. Sarà anche per questo, che a poche ore dal termine della manifestazione, il sindaco di Nuoro, Andrea Soddu, la definisce «Una vetrina unica per Nuoro e per la Sardegna». Ben un milione e mezzo di persone, dunque, sabato pomeriggio, hanno potuto ammirare la bellezza naturale della vallata di Marreri, le pendici del monte Ortobene – visto che il primo gran premio della montagna è stato assegnato nei pressi della strada che conduce alla cima più cara ai nuoresi – il passaggio tra le vie del centro invase dalla folla – secondo le stime non meno di 10mila persone – e poi l’arrivederci a Nuoro imboccando i tornanti verdi della zona di Caparedda prima di prendere la direzione Oliena e Dorgali. Il Giro d’Italia, insomma, non è stato solo sport, agonismo e fatica, ma soprattutto una occasione unica per Nuoro e per il suo territorio, e all’indomani dal passaggio della carovana rosa tanti protagonisti dell’organizzazione e del backstage ne sono ancora più convinti.

«È stata una grande emozione sportiva e di spettacolo – commenta, infatti, il primo cittadino Andrea Soddu – una vetrina unica per Nuoro e per la Sardegna. L’organizzazione è stata impeccabile, tutto è andato per il meglio, e mi sento in dovere di ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita di questa manifestazione. Un grande grazie perciò a tutti i dipendenti del Comune di Nuoro, ad ufficiali ed agenti del corpo di Polizia Municipale, agli uomini di Forestas e del corpo forestale, all'associazione di protezione civile, ai volontari delle associazioni sportive, delle compagnie di caccia, ai nonni vigile, a tutte le forze dell'ordine, alla Prefettura, all'Enel, ai commercianti ed agli esercenti, alle scuole cittadine e, in particolare, ai docenti ed agli alunni del liceo artistico Francesco Ciusa, ai volontari di soccorso, al personale sanitario, ai comuni che ci hanno prestato le transenne, ai volontari che hanno distribuito le balle di fieno, a quelli che hanno fatto i panini, agli sponsor vari, alla ProLoco. Tutti hanno lavorato con il cuore senza badare a orario o tornaconto. Lo hanno fatto per la loro città, e questo non ha prezzo. E grazie in generale a tutti i cittadini che hanno contribuito con la loro presenza e con l’arredo di balconi e delle finestre o spazi anche privati, a rendere una vera festa il passaggio del Giro d’Italia a Nuoro. Insieme si possono fare grandi cose». Anche l’assessore comunale al Traffico e alla polizia municipale, Maria Boi, dopo giorni frenetici trascorsi a gestire i lavori per sistemare l’asfalto e la segnaletica sul percorso del Giro, tira un deciso sospiro di sollievo e via Facebook spiega che «La gratificazione per tanto lavoro è girare per una città viva ed entusiasta, e sentir dire che “Bisogna riprendere ad andare in bici, figlio mio” è un premio migliore di ogni “bravissimi”. Sono stati premiati l’impegno di mesi, la tensione di prevedere tutto e di garantire la sicurezza per un evento di poco più di qualche ora che resterà nei nostri ricordi e credo che porterà in tanti la curiosità di vedere dal vivo quei luoghi e quei panorami mozzafiato che stanno facendo il giro del mondo».

Ma non sono soltanto gli amministratori comunali a tracciare un bilancio positivo del passaggio cittadino del Giro d’Italia, e a leggerlo in chiave di importante ribalta nazionale per il territorio: pure alcune associazioni sportive che hanno contribuito all’evento non dimenticano la grande occasione che per Nuoro ha rappresentato il passaggio dell’evento. «Nel mio piccolo – spiega il presidente dell’Atletica Amatori Nuoro, Massimo Zara – sono fiero di aver contribuito, con la mia associazione, ad aiutare la polizia municipale nella gestione del percorso».

«Il nostro compito – aggiunge Luigi Stefanopoli, della stessa Atletica Amatori – è stato quello di presidiare alcuni punti del percorso per evitare che ci fossero presenze estranee. Siamo stati dislocati anche nella zona di Caparedda e abbiamo avuto così l’occasione di avere un colpo d’occhio straordinario sul passaggio dei ciclisti. Nuoro e le sue bellezze naturali hanno avuto una bella vetrina».

Non solo sport, scenari naturali, e vetrina sul territorio: il Giro d’Italia, alla fine, si è rivelato prezioso anche per un compito decisamente arduo: insegnare l’esatta pronuncia di Nuoro e di Genna Silana alla sterminata platea di spettatori dell’evento sparsi lungo lo Stivale. Gli stessi radio e telecronisti della tappa barbaricina, infatti, attraverso i potenti mezzi offerti da internet e dai social network, sono stati più volte corretti proprio sulla pronuncia dei toponimi. Tant’è che alla fine gli stessi giornalisti si sono finalmente adeguati.

«Si dice Nùoro», ha fatto notare sulla pagina Facebook di Rai2 una utente sarda. E un altro telespettatore ha aggiunto: «La pronuncia esatta è Sìlana e non Silàna». La battaglia sulla pronuncia di alcuni toponimi isolani, e in particolare su quello di Nuoro, del resto già nel recente passato aveva fatto un’altra illustre “vittima”: l’attore Toni Servillo. In radio aveva letto “Il giorno del giudizio” di Salvatore Satta e più volte aveva pronunciato Nuoro con l’accento sulla “o” anziché sulla “u” dello iato. Ma poi anche lui era stato corretto.

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