La Nuova Sardegna

Nuoro

Da Città del Nobel a Capitale della cultura

Da Città del Nobel a Capitale della cultura

Il Comune lancia un appello ai nuoresi in vista della scadenza del bando a giugno L’assessore Cocco: «Uniamo le forze per spiccare il volo. Possiamo farcela»

15 maggio 2017
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NUORO. «Deteniamo un formidabile patrimonio, ereditato talvolta immeritatamente: Grazia Deledda, Sebastiano Satta, Salvatore Satta, Francesco Ciusa, Priamo Gallisai, Antonio Ballero, Mario Ciusa Romagna, Bernardino Palazzi. Da questo straordinario Pantheon bisogna partire. Uniamo le forze per spiccare il volo e per far diventare Nuoro la Capitale italiana della Cultura per il 2020». Parte dal ricordo saldo delle radici culturali dell’Atene sarda, la lettera aperta che il vicesindaco e assessore comunale alla Cultura, Sebastian Cocco, scrive ai nuoresi, e poi diventa un appello vero e proprio ai cittadini per riunire la forze e annunciare il primo degli incontri pubblici promossi per presentare il progetto che punta a conquistare l’importante traguardo: l’investitura a Capitale italiana della cultura per il 2020. Entro il 31 maggio si deve presentare la manifestazione di interesse alla candidatura, mentre entro il 30 giugno, invece, bisogna presentare il programma completo. I tempi, dunque, sono piuttosto stretti

«Il Mibact – scrive l’assessore comunale alla Cultura, Sebastian Cocco – ha pubblicato il bando per la candidatura a Capitale italiana della Cultura per il 2020. La città di Nuoro potrà, dunque, finalmente misurarsi con una delle sfide più alte, sulla quale l’amministrazione di cui faccio orgogliosamente parte, ha investito larga parte della sua stessa azione politica. A nessuno sfugge che si tratta di un’occasione straordinaria. In questi venti mesi di mandato abbiamo avuto la conferma che la nostra comunità possiede energie e talenti, che potrebbero rivelarsi decisivi, nelle varie forme d'arte della scrittura, della musica, del canto, della pittura, della scultura, della recitazione, dell'antropologia visuale. Abbiamo la presunzione, la “barrosía”, di credere fermamente che Nuoro sappia intessere queste espressioni artistiche universali, con i caratteri propri e particolari dell'ospitalità, dell'accoglienza, della solidarietà, della coesione, dell'inclusione sociale, per farne una trama splendida e unica. E, soprattutto, vincente».

Poi, dopo aver ricordato, uno ad uno, i grandi della cultura che hanno fatto conoscere il nome di Nuoro nel resto della Penisola e del mondo, l’assessore Cocco spiega che è proprio da quei nomi e da ciò che hanno significato e rappresentato, che bisogna partire.

«Da questo straordinario Pantheon bisogna partire – ribadisce – anzitutto, per esaltare il presente, in uno slancio di rinnovato orgoglio e amor proprio: come quello che proviamo quando apprendiamo che diverse personalità nuoresi, anche di seconda generazione, figurano oggi tra le eccellenze internazionali del design, del jazz, della letteratura, della lirica, della musica classica, del giornalismo, della moda, della scultura del ferro e di tanto altro». «Partendo anche da loro – precisa il vicesindaco di Nuoro e assessore comunale alla Cultura – è tuttavia al futuro che una città come la nostra deve volgere lo sguardo, scommettendo davvero su se stessa anziché attendere -e, talvolta, pietire - man forte dall'esterno».

L’assessore Cocco ricorda, tuttavia, che il percorso che conduce alla candidatura a Capitale italiana per la cultura 2020, è tutt’altro che semplice, ma piuttosto «complesso e niente affatto scontato» e che proprio per questo richiederà di unire «le forze per spiccare il volo e svettare in alto». «In virtù del coinvolgimento di tutta la cittadinanza – spiega – scuole, università, operatori economici e culturali, associazioni, rappresentanti politici e istituzionali, organi di stampa, risulterà avvincente e vitale per una città e un territorio che vogliono riscoprire il senso di comunità e di appartenenza.

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