La Nuova Sardegna

Nuoro

Latte e formaggi caprini, l’isola è leader nazionale

di Nino Muggianu
Latte e formaggi caprini, l’isola è leader nazionale

Laore e Comune di Dorgali premiano i migliori produttori della Sardegna Rilanciata la proposta del riconoscimento Dop per la “frue-casuaxedu” 

26 giugno 2017
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DORGALI. Riparte da Dorgali la strada per il riconoscimento della Dop per la “Frue – Casuaxedu”, il tipico formaggio fresco di capra. L’idea è stata rilanciata nel corso della premiazione dei migliori formaggi caprini isolani tenutasi nella sala consiliare del comune di Dorgali il 23 giugno scorso. Numeri importanti quelli di un settore in crescita snocciolati dai vari relatori che si sono alternati, alla presenza dell'assessore regionale Pier Luigi Caria. Il 45,4% di tutto il latte caprino prodotto in Italia è rigorosamente made in Sardegna. Con 282mila 560 capi che producono oltre 16mila tonnellate di latte la Sardegna è quindi leader nazionale seguita dalla Lombardia che si attesta su 6mila 504 tonnellate, circa il 18,5% del comparto nazionale, e che fra il 2005 e il 2015 ha avuto un incremento produttivo del 142,7%. Un settore in crescita quindi, di nicchia e dalle potenzialità enormi. Del futuro del comparto e delle sue prospettive di sviluppo si è parlato ieri sera a Dorgali in occasione della premiazione dei migliori formaggi caprini isolani a cui ha partecipato l’assessore dell’Agricoltura. L’iniziativa, organizzata da Laore Sardegna e dal Comune, ha visto fra i partecipanti diversi dei maggiori portatori di interesse del comparto isolano: dai produttori ai trasformatori del mondo cooperativo e industriale, passando dalla grande distribuzione organizzata. A fare gli onori di casa la sindaca, Maria Itria Fancello, e la direttrice generale di Laore, Maria Ibba. Durante i lavori si è lanciata anche l’idea di riprendere il discorso sul riconoscimento della Dop per la “Frue – Casuaxedu”. «Con i numeri che ha la Sardegna – dice l’assessore Caria – si dovrebbe avere la forza di dettare la linea a tutto il settore nazionale. Ma così non è. Abbiamo produzioni notevoli e soprattutto di qualità che, se messe a sistema, potrebbero creare uno sviluppo incredibile. Nell’isola ci sono gli allevamenti di montagna e collina, con le tipiche capre di razza sarda o meticce, più adattabili ai territori meno accoglienti. Abbiamo poi gli allevamenti di pianura con le capre delle razze più produttive. Manca oggi la connessione fra questi due mondi che dobbiamo mettere assieme e raccontare con un progetto di marketing che valorizzi una delle nostre tipicità alimentari ancora poco note ai mercati d’oltremare».

Così l’assessore Caria che ha concluso riproponendo un vecchio progetto sulla costituzione della filiera: «Esistono dei lavori vecchi di oltre 10 anni che è il caso di recuperare e riadattare alle condizioni di oggi. Come Regione – ha concluso – siamo disposti a fare la nostra parte in collaborazione con tutti gli attori del comparto caprino».

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