Macomer, minoranza all’attacco sui rifiuti: «Abbassate la Tari»
di Paolo Maurizio Sechi
Per l’opposizione i contribuenti pagano più del dovuto: «Il Comune deve restituire ai cittadini ben 320mila euro»
04 luglio 2017
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MACOMER. «Al Comune il premio...ai cittadini la beffa». Si apre così la nota stampa dell’opposizione in Consiglio comunale dopo l’attestato ricevuto dalla cittadina di “Comune riciclone” per i risultati ottenuti nel 2016 nella raccolta della plastica.
Anche nel 2006 il Comune aveva ricevuto un analogo riconoscimento nazionale e non per un solo tipo di rifiuto riciclato ma per i risultati complessivi della raccolta differenziata. «Ci saremmo aspettati che il Comune, dopo il premio, a sua volta premiasse i cittadini, principali protagonisti della raccolta differenziata – si legge nella nota –. Purtroppo succede l’esatto contrario e la giunta Succu dimostra la sua riconoscenza verso i contribuenti facendo pagare la Tari del 2016 ben 320mila euro più del dovuto. Una sopratassa ingiusta in quanto la norma prevede che gli utenti debbano pagare interamente il costo del servizio. Nell’approvare il Piano finanziario della Tari 2016 la giunta ha previsto costi di smaltimento nettamente superiori al dovuto, pari a 665.710 euro, riprendendo l’importo previsto nel 2015, senza tenere conto della diminuzione delle tariffe di smaltimento applicate dalla Regione e dei recuperi di produttività derivanti dal minor conferimento all’impianto di Tossilo del rifiuto secco per effetto dell’incremento della raccolta differenziata con costi effettivi di smaltimento nel 2016 di 414.100 euro, circa 250mila euro in meno di quanto scaricato agli utenti. Abbiamo provato più volte in Consiglio comunale a far ragionare la maggioranza sulla necessità di restituire il maltolto ai cittadini che purtroppo si devono rassegnare e accontentarsi della riduzione della Tari nel 2017, cosa che si sarebbe dovuta applicare dall’anno prima». La minoranza sottolinea inoltre l’esempio di buon governo e la «bella prova di linearità, serietà e concretezza nei confronti dei cittadini degli amministratori comunali di Bortigali che nella Tari 2017 hanno deciso di restituire ai contribuenti l’aumento dei costi per la nuova gara d'appalto inserita nella tariffa 2016 che poi in realtà non è stata sostenuta».
Anche nel 2006 il Comune aveva ricevuto un analogo riconoscimento nazionale e non per un solo tipo di rifiuto riciclato ma per i risultati complessivi della raccolta differenziata. «Ci saremmo aspettati che il Comune, dopo il premio, a sua volta premiasse i cittadini, principali protagonisti della raccolta differenziata – si legge nella nota –. Purtroppo succede l’esatto contrario e la giunta Succu dimostra la sua riconoscenza verso i contribuenti facendo pagare la Tari del 2016 ben 320mila euro più del dovuto. Una sopratassa ingiusta in quanto la norma prevede che gli utenti debbano pagare interamente il costo del servizio. Nell’approvare il Piano finanziario della Tari 2016 la giunta ha previsto costi di smaltimento nettamente superiori al dovuto, pari a 665.710 euro, riprendendo l’importo previsto nel 2015, senza tenere conto della diminuzione delle tariffe di smaltimento applicate dalla Regione e dei recuperi di produttività derivanti dal minor conferimento all’impianto di Tossilo del rifiuto secco per effetto dell’incremento della raccolta differenziata con costi effettivi di smaltimento nel 2016 di 414.100 euro, circa 250mila euro in meno di quanto scaricato agli utenti. Abbiamo provato più volte in Consiglio comunale a far ragionare la maggioranza sulla necessità di restituire il maltolto ai cittadini che purtroppo si devono rassegnare e accontentarsi della riduzione della Tari nel 2017, cosa che si sarebbe dovuta applicare dall’anno prima». La minoranza sottolinea inoltre l’esempio di buon governo e la «bella prova di linearità, serietà e concretezza nei confronti dei cittadini degli amministratori comunali di Bortigali che nella Tari 2017 hanno deciso di restituire ai contribuenti l’aumento dei costi per la nuova gara d'appalto inserita nella tariffa 2016 che poi in realtà non è stata sostenuta».
