La Nuova Sardegna

Nuoro

Ottana polimeri, le paure dei lavoratori 

di Federico Sedda

Gli operai: «Vogliamo avere garanzie sul piano industriale e sugli investimenti nell’intero sito»

09 luglio 2017
2 MINUTI DI LETTURA





OTTANA. In vista dell'incontro (la data è ancora da fissare) al tavolo del ministero dello Sviluppo economico tra Regione, sindacati e azienda per affrontare i problemi ancora irrisolti della vertenza Ottana, i lavoratori di Ottana Polimeri, la cui cassa integrazione scade tra due mesi, hanno diffuso una nota per chiarire le loro aspettative e i loro timori. «Il nostro interesse – spiegano nel comunicato – è quello di avere garanzie sul piano industriale e sugli investimenti nell'intero sito, sia a livello produttivo sia ambientale in modo da consolidare e incrementare l'occupazione. Per raggiungere questi risultati occorre concentrare le risorse disponibili su obiettivi concreti che siano in grado di valorizzare il comparto chimico e salvaguardare gli interessi di tutti i lavoratori».

La paura prevalente è che l'eventuale disponibilità di nuove risorse inneschi il cosiddetto “effetto Contratto d'area” che, a cavallo tra gli anni Novanta e i primi anni del Duemila, diede luogo a un enorme sperpero di danaro pubblico e a una truffa colossale da parte dei cosiddetti “imprenditori-prenditori”. «Il governo – sottolineano i lavoratori di Ottana Polimeri, i cui impianti sono fermi da tre anni – deve sostenere il sistema industriale e garantire il rispetto degli accordi. Non sarà più tollerata la concessione di finanziamenti pubblici, in qualunque forma siano erogati, a gruppi imprenditoriali che si sono caratterizzati per avere distribuito cassa integrazione, disoccupazione e precariato. Non deve ripetersi, insomma, quanto avvenuto con il Contratto d'area. A Ottana - chiariscono, tuttavia - il sostegno all'imprenditoria è imprescindibile. Il tutto, però, deve essere vincolato ad impegni chiari e legalmente stringenti sul tema della piena occupazione e del rientro al lavoro di tutti gli operai di Ottana Polimeri, Ottana Energia e delle imprese esterne». L'altro punto sul quale il governo si deve impegnare, secondo i lavoratori, è quello di «individuare il giusto equilibrio tra parte pubblica (Regione, Consorzio industriale, Terna ed Eni) e la parte privata, evitando di creare posizioni di dominio che possano ostacolare nuovi insediamenti nell'area industriale».

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative